venerdì 19 febbraio 2021

Analisi discorso Draghi al Senato

Nel suo discorso al Senato  Draghi afferma che non esiste un aggettivo che definisca il suo governo, aggiungendo poi che esso è animato da" spirito repubblicano" ovvero di responsabilità, un governo comunque politico come ho spiegato nel precedente post, a dispetto di quanto sostenuto da Mattarella, in quanto dovrà affrontare, come dice Draghi, scelte "coraggiose" e le scelte sono sempre politiche. Non sorprende la sua difesa dell'euro, "irreversibile", che è un suo marchio di fabbrica, anche se la Unione Europea non funziona così bene (infatti lui l'ha dovuta salvare).
Sono invece molto d'accordo quando afferma che dovremmo essere "più generosi e giusti" nei confronti del nostro paese, che tendiamo a criticare oltre misura
Ovviamente c'è poco da dire sulla necessità d'intervento sanitario e sulla necessità di "rafforzare e ridisegnare la sanità territoriale". 
Giusta anche la enfasi sulla scuola con la necessità di "coniugare le conoscenze scientifiche e quelle umanistiche", come pure il cenno al potenziamento degli Istituti Tecnici Superiori, creati ma lasciati a se stessi.
Importante il focus sull'ambiente "conciliando progresso e benessere sociale", da capire se si farà veramente o continueremo col "business as usual" e ambientalismo di facciata con meccanismi di green wash e basta.
Inevitabile il suo interesse per politiche attive del lavoro, ciò  significherà mettere mano al reddito di cittadinanza, che è stata una misura giusta in teoria ma confusa nella pratica.
Importante è l'accenno al ruolo dello Stato, alla necessità di "investire sulla preparazione tecnica, legale ed economica dei funzionari"  per progettare e gestire gli investimenti, con lo Stato che deve "utilizzare le leve per ricerca e sviluppo, istruzione e formazione, regolamentazione, incentivazione e tassazione".
Da evidenziare la enfasi sulle riforme: tassazione, piattaforme efficienti, aggiornamento continuo anche tramite assunzioni, la giustizia.
Un discorso breve, condivisibile in larga parte, anche se dobbiamo vedere la parte applicativa. 
Le ricette di Draghi sono in buona sostanza quelle indicate nel mio libro, questo non perché io sia particolarmente bravo ma solo perché sono le indicazioni che emergono dagli studi degli ultimi 30  anni sulle condizioni che favoriscono il progresso delle nazioni. Manca un cenno su un aspetto importante: il miglioramento delle istituzioni, che ovviamente risulta difficile attuare con una coalizione così eterogenea e con ricette così diverse sul tema, ma sarebbe una ennesima occasione perduta, perché come ho già affermato abbiamo bisogno di migliorare anche le nostre istituzioni con riforme che siano condivise e non, come si è fatto ultimamente, con riforme di parte.

 

mercoledì 3 febbraio 2021

La sovranità appartiene al popolo?

 La sovranità appartiene al popolo, recita la nostra Costituzione, precisando nei limiti dettati dalla Costituzione stessa. La sovranità non si esercita direttamente ma attraverso dei rappresentanti, la democrazia diretta è esistita in qualche modo nel passato come descritto qui, la democrazia parlamentare ha i suoi difetti ma questo è quanto abbiamo.

Ma il popolo ha sempre ragione? No, per questo ci sono dei limiti costituzionali ma, come scritto da Dahl, non c'è  nessuno più qualificato dei cittadini a decidere su se stessi, d'altra parte come scritto da Schumpeter è  comunque difficile, per motivi oggettivi, che cittadini abbiano piena contezza e capacità di decidere su molte questioni che sono complesse, per questo abbiamo bisogno di leadership.

Questa premessa per parlare della attuale situazione politica italiana. Il fatto che si sia dato l'incarico a Draghi, persona ovviamente degnissima, posso capirlo ma non mi soddisfa. Siamo in una crisi sanitaria, economica e sociale enorme per cui andare subito a elezioni sarebbe troppo pericoloso ma servirebbe un governo di transizione per arrivare alle elezioni. Spendere il nome di Draghi significa un governo con maggiore durata, probabilmente un ottimo governo, sicuramente migliore del precedente che ho criticato, ma nessuna scelta in politica può essere solo tecnica, la tecnica può porre limiti o  alternative le scelte sono sempre politiche. Rischiamo di fare lo stesso errore del governo Monti, un governo che alla fine ha sopperito agli errori commessi e ha fatto da paravento per decisioni difficili e impopolari, così poi qualcuno può facilmente prenderne le distanze (vedi Fornero messa alla gogna). 

No, mi dispiace, anche se le scelte di Draghi potranno essere migliori, abbiamo bisogno di un nuovo Parlamento anche se questo significa probabilmente la vittoria della destra. Vengano Salvini e Meloni, sempre pronti a criticare l'ultimo governo, a risolvere i problemi che ha lasciato la crisi, vengano a fare tagli al fisco, anticipare il pensionamento, rottamare le cartelle fiscali ecc. Non esistono pasti gratis ma gli italiani devono capirlo e attribuire le colpe alle classi dirigenti che hanno liberamente eletto e non al prossimo "tecnico" votato al salvataggio della patria.