Lo spettacolo della politica italiana, in questo ultimo e drammatico scorcio di anno, è desolante e preoccupante. Lo scontro tra Regioni e Governo è piuttosto sconfortante, molti presidenti di regione non sono alla altezza, hanno scaricato le responsabilità delle chiusure sul governo centrale per poi piagnucolare quando sono stati messi in zona rossa. Certo il Governo con i suoi 21 parametri poco chiari non è stato il massimo della trasparenza, per non parlare della magra figura sulla Calabria. Conte è un cittadino prestato alla politica che fa del suo meglio ma se abbiamo questa classe politica è colpa nostra. Come ho detto più volte la democrazia funziona bene se i cittadini sono preparati e consapevoli delle loro scelte, in più servono delle buone leadership. Purtroppo una parte della cittadinanza non è sufficientemente informata, colpa anche di un sistema giornalistico che fa acqua da più parti, con i social che amplificano e diffondono le fake news che hanno peggiorato le cose. Sulla leadership ho scritto qui quel che sognerei ma, comunque, in Italia ci sono tantissime persone preparate che a fatica assurgono a cariche politiche, anche perché la battaglia politica non è più una battaglia di idee ma una guerra per bande dove ognuno difende la propria fazione a prescindere. Dall'altra parte dell'oceano, Stati Uniti, le cose sono comunque complicate. Hanno votato in tanti, ed è un bene, ma 70 milioni di voti per uno che non mi sembra tanto equilibrato (è un eufemismo per definire Trump) sinceramente non riesco a giustificarlo se non per pura ragione di schieramento, d'altra parte la scelta di Biden, ottima persona ma molto in la con gli anni, non mi è sembrata la scelta migliore, staremo a vedere. Comunque i segnali che si vedono in giro sono preoccupanti con vecchie democrazie che arrancano e nuove che sconfinano diventando solo democrazie sulla carta, vedi ad esempio Turchia e altro. Un altra aspetto che mi preoccupa e il dilagante negazionismo e complottismo, abituati da decenni di film sui complotti, che possono anche talvolta essere veri, si è superato il limite, si vedono macchinazioni dappertutto arrivando a esternazioni fantasiose e assurde che rimbalzano sui social, arrivare a dire che la pandemia non esiste e che sia tutto preordinato per sopprimere la libertà è pericoloso per tutti, se queste persone rimangono delle piccole frange è fisiologico ma a me pare che non sia così, e allora Houston abbiamo un problema.
Le idee degli economisti e dei filosofi politici, tanto quelle giuste quanto quelle sbagliate, sono più potenti di quanto comunemente si creda. In realtà il mondo è governato da poco altro. Gli uomini pratici, che si ritengono completamente liberi da ogni influenza intellettuale, sono generalmente schiavi di qualche economista defunto. John Maynard Keynes
sabato 21 novembre 2020
sabato 14 novembre 2020
Robert A. Dahl -Sulla democrazia
Torniamo a parlare di democrazia recensendo un libro piacevole e interessante. Si tratta di un libro non recente, edito in Italia nel 2000, di Robert Dahl (scomparso nel 2014) professore di scienza politica all'Università di Yale.
Il libro inizia con una breve storia della democrazia nell'antichità con la nascita della democrazia in Grecia ad Atene e la res pubblica romana.
Successivamente passa ad elencare quali siano i criteri che definiscono e caratterizzano una democrazia:
- partecipazione effettiva
- parità di voto
- diritto all'informazione
- controllo dell'ordine del giorno
- universalità del suffragio
Elenca poi quali siano i vantaggi della democrazia:
- ostacola la tirannia
- diritti essenziali
- libertà generale
- autodeterminazione
- autonomia morale
- progresso umano
- tutela di interessi personali essenziali
- uguaglianza politica
- tendenza alla pace
- prosperità.
Un capitolo è dedicato a smontare la tesi dei "custodi", cioè che sarebbe meglio delegare le decisioni agli esperti; qui la sua posizione è chiara, ogni decisione politica è anche etica e il governo non è una scienza ma serve anche incorruttibilità e altro, in conclusione nessuno è meglio qualificato dei cittadini stessi per conferirgli un potere definitivo.
Un ulteriore capitolo è dedicato ai requisiti minimi necessari affinché un paese sia considerato democratico:
- amministratori eletti
- libere e frequenti elezioni
- libertà di espressione
- accesso a fonti alternative di informazione
- autonomia associativa
- cittadinanza allargata,
Un capitolo è dedicato alla discussione sulle diverse forme costituzionali adottate nei vari paesi, di fatto non esistono soluzioni costituzionali da preferire in assoluto, la sua conclusione sintetica è che una costituzione ben fatta può aiutare le istituzioni democratiche a sopravvivere mentre una costituzione mal fatta può invece favorirne il crollo.
Passa poi ad esaminare i sistemi elettorali, da quelli proporzionali a quelli maggioritari e le soluzioni miste, anche qui non esiste un sistema perfetto anche se il sistema maggioritario pur avendo alcuni vantaggi non sembra incontrare i favori dell'autore, mi preme invece evidenziare invece quando afferma che una riforma costituzionale non va presa alla leggera ma richiede i migliori talenti del paese.
Infine elenca quali sono le condizioni essenziali alla democrazia:
- funzionari eletti controllano la polizia e l'esercito
- idee e cultura politica democratiche
- assenza di ingerenze esterne da parte di paesi ostili alla democrazia
- un economia di mercato e una società moderna
- scarso pluralismo subculturale