venerdì 31 maggio 2024

Elizabeth Popp Berman- Thinking like an Economist: How Efficiency Replaced Equality in U.S. Public Policy

 Elizabeth Popp Berman, sociologa, è direttrice e professoressa di studi organizzativi presso l'Università del Michigan ed è l'autore di questo libro. Il tema che viene sviluppato nel libro è la storia di come il modo di pensare in stile economico sia divenuto sempre più dominante all'interno delle istituzioni degli Stati Uniti.

La storia della introduzione del modo di pensare economico nelle istituzioni si può far risalire inizialmente al cosiddetto "istituzionalismo", anni '30, che iniziò ad introdurre una varietà di uffici governativi nei quali gli economisti avevano un ruolo siglificativo. Il secondo passo fu la creazione dopo la guerra del Comitato dei consiglieri economici presso la Casa Bianca. Un ulteriore significativo avvenimento fu l'utilizzo della  Rand corporation da parte della Aviazione degli Stati Uniti per analisi sul sistema di difesa aereo tramite la System analysis. La nomina di Mac Namara come Segretario della Difesa, con l'amministrazione Kenendy, fu un ulteriore tassello per il rafforzamento dell'approccio della System AnalysisA questo seguì l'adozione, con alterne fortune, dei sistemi di programmazione e pianificazione economica (PPBS) nelle agenzie governative.

 Nonostante la Great Society di Johnson avesse dei valori in conflitto con la visione economicista questa facilitò la rapida diffusione dello stile economico nel governo federale e l'efficienza divenne un fine centrale di politica sociale. Inizialmente ci fu una certa continuità nell'uso dello stile economico nell'amministrazione Nixon, anche se i conservatori tendevano ad usare lo stile economico per raggiungere obiettivi macroeconomici.

L'approccio economico per quanto si presentasse come neutrale in realtà venne in conflitto con approcci diversi alla politica sociale. Lo stile economico e la centralità della efficenza si espanse anche nel ambito della legislazione riguardante l'antitrust e divenne quindi anche un riferimento per il quadro normativo legale. Anche con l'amministrazione Carter la efficienza e lo stile economico rimasero al centro delle politiche sociali e antitrust. Un altro ambito dove si diffuse l'approccio economicista, cambiando completamente la legislazione, fu quello dei trasporti e delle telecomunicazioni dove si diffuse la deregolamentazione. 

Con la presidenza Regan l'atteggiamento cambiò ancora, in realtà questa amministrazione non era interessata all'aspetto scientifico, piuttosto sfruttava le agenzie governative per giustificare i suoi programmi governativi. Di fatto ci fù una massiccia riduzione dei budget per gli uffici governativi che rimasero con poche risorse per le ricerche di politiche sociali. L'obiettivo di Regan era rimuovere le restrizioni governative alle aziende, e il ragionamento economico era solo un mezzo per raggiungere i suoi obiettivi politici, in questo fu essenziale la crescita di importanza e di rasppresentanza nelle istituzioni della Scuola di Chicago.

L'obiettivo iniziale degli economisti era quello di usare il regionamento economico per migliorare l'azione di governo; ma una volta che tale stile divenne maggioritario andava in contrasto con i valori puramante morali e di principio, riducendo lo spazio per approcci alternativi. Da un punto di vista politico l'adozione da parte dei Democratici del pensiero economicista ha ridotto lo spazio per politiche sociali più coraggiose nella sanità e nella tutela ambientale in particolare, anche se dopo il 2008 la sinistra del partito democratico ha riabbracciato politiche che sono al di fuori dello stile economico. Nelle conclusioni l'autrice afferma che anche se lo stile economico va incoraggiato è necessario costruire un quadro intellettuale che vada oltre l'approccio economico, e che metta al centro valori come l'uguaglianza, giustizia razziale, diritti e comunità.

Il tema del libro è senz'altro interessante, svolto con grande dovizia di particolari e ricostruzioni storiche dettagliate. Detto ciò, il fatto che si addentri in tutta una serie di nomi, sigle di amministrazioni statunitensi finisce per essere dispersivo e piuttosto faticoso da seguire. Più che un libro dedicato al grande pubblico pare un ottimo studio per addetti ai lavori, pertanto lo consiglio solo a chi è vermente interessato all'argomento e alla storia degli Stati Uniti.

martedì 28 maggio 2024

Yanis Varoufakis- Il Minotauro Globale- L' America, le vere origini della crisi e il futuro dell' economia globale

 Quello di oggi è un libro di Yanis Varoufakis, economista greco che insegna negli Stati Uniti e di cui abbiamo parlato in varie occasioni in questo blog, in particolare qui. Recensisco questo libro, non nuovissimo (2012), perchè comunque Varoufakis, per quanto si possa essere d'accordo o meno con le sue tesi, scrive bene, in modo chiaro e piacevole, nei suoi libri ci sono sempre interessanti richiami alla mitologia greca, come in questo caso, e comunque il suo punto di vista non è mai banale. 

Il libro contiene molte cose ma se vogliamo il tema principale è: come fare a mantenere il sistema economico generale in equilibrio e quindi a riciclare le eccedenze che si creano. Il problema della stabilità del sistema economico globale ed evitare il rischio di depressioni globali era uno dei principali crucci di Keynes. La crisi del '29 aveva portato alla fine del sistema di cambi fissi con l'oro (Gold Standard) a cui erano seguite svalutazioni competitive nella speranza delle nazioni di evitare la crisi depressiva che invece avevano esacerbato la crisi. Quando si presentò l'occasione di rifondare il sistema economico globale a Bretton Woods Keynes, che aveva le idee chiare, propose un sistema di cambi semi fissi affiancato da una moneta internazionale, bancor, con la creazione di alcune istituzioni che avrebbero dovuto finanziare i paesi in deficit e nel contempo colpire quelli in eccessivo surplus con inoltre un sistema di finanziamento degli investimenti (FMI, e Banca Mondiale). Le idee rivoluzionarie e anche scioccanti di Keynes sorpresero gli intervenuti ma non furono adottate, se non in parte. La guerra l'avevano vinta gli americani e quindi vinse il piano White che metteva al centro il dollaro, unica moneta ad essere agganciata stabilmente all'oro, con le altre monete con dei cambi fissi che potevano essere modificati in certe circostanze.

Il piano che Varoufakis definisce globale comunque funzionò bene all'inizio, perchè gli Stati Uniti erano gli esportatori globali sfruttando la domanda dei paesi distrutti dalla guerra, ma riciclavano le eccedenze anche con il piano Marshall reinvestendo nei paesi occidentali e il Giappone che cominciarono così un percorso di ripresa economica. Ma questo sistema non era un sistema automatico di riciclo delle eccedenze e funzionò fino a che gli Stati Uniti erano in surplus commerciale. Con il passare del tempo i paesi usciti dalla guerra divennero esportatori, in particolare Germania e Giappone, e gli Stati Uniti passarono da paese in surplus a paese in deficit commerciale con anche un debito pubblico in crescita  a causa della guerra del Vietnam. Questa situazione di debolezza del dollaro portava il cambio fisso con l'oro ad essere sottovalutato e, quando qualcuno, la Francia, provo a forzare la mano per cambiare dollari svalutati con oro, Nixon sospese definitivamente il sistema, era la fine del cosiddetto Piano Globale. 

A questo sistema si sostituì quello che Varofakis chiama Minotauro Globale. Infatti la figura mitologica del Minotauro, mezzo uomo e mezzo toro, si nutriva di giovani vittime che le venivano offerte per sfamarlo, come metafora del sistema in cui i surplus dei paesi sviluppati occidentali alimentavano gli Stati Uniti. Il sistema funzionava perchè i surplus commerciali degli altri paesi, recentemente anche la Cina, venivano reinvestiti nel sistema finanziario e industriale americano. Questo nuovo precario equilibrio funzionò per un certo tempo provocando la crescita della finanza e delle speculazioni finanziarie che, come sappiamo, si è trasformata nella terribile crisi del 2008. Il libro prosegue con una descrizione della crisi del 2008 e quindi con la conseguente  crisi in Europa e le varie vicende della zona euro, che ha visto come protagonista la Grecia e che l'autore tratta in maniera dettagliata nel libro citato all'inizio. 

Nel finale si domanda se si intravede qualche cosa che possa sostituire il meccanismo del Minotauro Globale, ora azzoppato dalla crisi del 2008, ma a questa domanda non c'è risposta in questo sistema dove la Cina sta assumendo un ruolo rilevante. 

I temi e argomenti del libro non sono nuovi, anzi ne abbiamo trattato ampiamente in questo blog, resta comunque un libro, come detto all'inizio, piacevole e interessante da leggere.