domenica 24 gennaio 2021

Franco Bernabe- A conti fatti-

 Franco Bernabè è un dirigente di azienda che ha gestito alcune delle più grandi imprese del paese, questo libro è la sua autobiografia professionale ma anche la storia di una parte significativa della storia industriale e politica italiana degli ultimi quarant'anni. La sua storia professionale inizia, dopo una breve parentesi all'OCSE, nella Fiat degli anni '70  con Agnelli e Romiti al comando, le lotte sindacali e la famosa marcia dei 40.000 che chiude un ciclo. Passa poi all'ENI, a seguito di Reviglio di cui era stato assistente. All'ENI passerà 7 anni molto complicati, con la ristrutturazione dell' ente e il passaggio a S.p.a e successiva quotazione in borsa. Anni difficili con molti scandali con il più noto e famigerato caso Enimont. La successiva esperienza in Telecom sarà pure molto difficile. Il primo passaggio come amministratore delegato si concluderà prematuramente con l'Opa di Colaninno. Dopo un periodo in cui affronta un percorso imprenditoriale tornerà un Telecom. In questa seconda fase si impegna a ridurre l'indebitamento provocato dalle precedenti gestioni ma, soprattutto, cercherà di rafforzare la componente azionaria e il gruppo  per cercare di rilanciarlo attraverso varie operazioni e la ricerca di partnership, questa operazioni non riusciranno costringendolo ad una seconda uscita. Il libro attraversa quindi quaranta anni di vicende industriali e politiche attraverso gli occhi di un protagonista, con la descrizione molto dettagliata di molti personaggi e fatti. Ne esce un quadro non proprio esaltante del nostro capitalismo e della politica, quest'ultima ha condizionato pesantemente e spesso negativamente gli esiti delle industrie interessate, con prese di posizione spesso miopi o mirate a biechi interessi elettorali o di finanziamento dei partiti. Di queste vicende quella di Telecom mi era già tristemente nota per esperienza personale. Il libro si conclude con un breve capitolo di conclusioni e riflessioni sulle vicende internazionali e soprattutto di quelle italiane. Un libro interessante per chi vuole conoscere un pezzo importante della storia industriale del nostro paese, forse avrei sperato che nelle conclusioni del libro l'autore, vista la sua esperienza,  approfondisse di più cause, motivazioni e anche soluzioni alla situazione italiana molto critica  in termini economici e sociali.

William Ruddiman - L'aratro, la peste, il petrolio

Questo libro è scritto da William Ruddiman, un geologo che insegna alla Università della Virginia e che ha condotto numerose ricerche sul clima.
Il clima della terra è molto complesso con grandi variazioni nel corso degli ultimi anni. In parte è determinato dalla orbita e inclinazione terrestre che, nell'ultimo periodo, circa 1 milione di anni, presenta un ciclo di 100.000 anni (con all'interno cicli di circa 40.000 e 22.000 anni) tra glaciazioni e periodi interglaciali. La tesi dell'autore è che le attività dell'uomo hanno incominciato a modificare il clima, seppur lentamente, dal periodo di inizio della agricoltura, circa 8000 anni fa, attraverso le deforestazioni. Questo ha provocato l'aumento della concentrazione di anidride carbonica nella atmosfera determinando un incremento di temperature, impedendo la normale glaciazione che si sarebbe verificata per effetto del ciclo dovuto all'orbita terrestre, con alcune interruzioni delle deforestazioni dovute alle pestilenze. Nel corso degli ultimi due secoli, poi, l'attività dell'uomo ha influito decisamente, come ormai gli scienziati concordano, a innalzare i livelli di anidride carbonica e quindi il riscaldamento globale. Il clima sta cambiando ma le variazioni avvengono con un certo ritardo per cui l'aumento di concentrazione di anidride carbonica potrebbe non aver completamente mostrato i suoi effetti.
Nella parte conclusiva la sua posizione è di evitare gli eccessi di entrambe le parti (ambientalisti vs negazionisti), il riscaldamento globale è un problema ma, secondo l'autore, i problemi maggiori verranno dalla distruzione degli ecosistemi e, soprattutto, dal consumo di risorse che una volta esaurite non saranno più disponibili.

martedì 19 gennaio 2021

Crisi di governo o di leadership ?

Ecco, ci mancava l'ennesima crisi di governo quando siamo in una situazione critica per la pandemia ma anche economica e sociale. Questa è una crisi di governo ma, soprattutto, una riconferma  della grande crisi di leadership che nasce da lontano. Finita la prima repubblica, per il degrado di una classe politica che aveva finito  per ridursi a spartitori di mazzette in, purtroppo, molti casi, i cittadini hanno giustamente cercato nuove leadership e nuovi soggetti politici. Dopo la fase berlusconiana, che non ci ha certo risollevato dal ristagno economico e sociale, i cittadini si sono rivolti ad altri soggetti, con idee in parte innovative ma spesso velleitarie. Pertanto, da una classe politica esperta ma, spesso, poco etica, siamo passati a rappresentanti forse più onesti ma certamente poco preparati. Data la attuale composizione del parlamento era difficile che uscisse qualcosa di buono. Il secondo governo Conte ha fatto il possibile, con molte carenze, ma dobbiamo anche tener conto di una situazione di partenza difficile per il degrado della sanità e della macchina pubblica in generale, con l'aggravante di ministri non sempre di grande spessore, visto il degrado qualitativo  dei nuovi eletti. Adesso non capisco e non condivido la mossa di Renzi che peggiora la situazione, non capisco anche la scelta di Conte di andare avanti con una maggioranza raccogliticcia che renderà governare ancora più difficile. Andremo, prima o poi alle elezioni, e vincerà la destra che avrà poco da gioire, infatti, con questa situazione e  con la scarsezza dei personaggi della destra, finiremo pure peggio; già prevedo che questa destra finirà per dare il colpo di grazia al paese sia per scelte sbagliate e sia perché non avrà sconti dall'Europa. Questo paese non si può salvare se non facciamo le cose giuste come ho scritto nel mio ultimo libro, ma, soprattutto, se non facciamo emergere, a tutti i livelli, delle nuove leadership, e di giovani e meno giovani preparati ne abbiamo ma questo devono capirlo i cittadini, non esistono scorciatoie e demiurghi con la bacchetta magica, ci servono persone preparate e non cazzari come ho già scritto in un altro post.