Dopo
i suoi precedenti libri: Sapiens-Da animali a dèi e Homo Deus,
Harari, docente
di Storia all’Hebrew University di Gerusalemme, ci
propone un nuovo libro.
Sono
21 gli argomenti su cui Harari si sofferma nei 21 capitoli del libro
ma, mentre nel primo libro era rivolto al passato e nel secondo al futuro,
in questo si concentra sul presente.
Da
una parte si sofferma sulla evoluzione della tecnologia che sta
cambiando in maniera radicale il modo di vivere degli esseri umani,
la tecnologia non solo rischia di creare un vuoto a livello
occupazionale ma, sopratutto, evolve con una velocità superiore
rispetto alla capacità umana di adattarsi. L'Intelligenza
Artificiale potrebbe renderci la vita migliore ma, d'altra parte,
rappresenta un grande rischio dal momento in cui questa potrà capire
i nostri gusti e orientare le nostre scelte meglio di quanto
riusciamo a fare noi stessi. Il rischio è quello di
venir soppiantati dalle intelligenze artificiali passando così da
fruitori/padroni a strumenti/servi delle élite che detengono
strumenti di controllo cosi potenti.
Un
secondo tema è quello delle narrazioni: politiche, religiose o
morali. Tali narrazioni, in passato, hanno svolto il compito di unire
ma anche dividere i gruppi sociali creando società e imperi ma
generando anche guerre. Il punto centrale è che quasi tutte le
narrazioni non sono più in grado di dare risposte ai grandi
problemi del presente e non danno anche risposte sul senso della
vita.
Le
narrazioni politiche il liberalismo, in decadenza, e il
nazionalismo, in ascesa, sembrano decisamente insufficienti per
risolvere i grandi problemi attuali, ad es. il riscaldamento
globale. D’altra
parte anche le grandi religioni che hanno svolto un ruolo nel passato
di coesione sociale, ma che l'autore critica aspramente, hanno perso
capacità di prospettare una vera alternativa al senso di minaccia
che incombe sul nostro futuro prossimo.
Le grandi narrazioni che
hanno accompagnato l’umanità per secoli sembra pertanto si stiano
sgretolando. Per
l'autore l'alternativa rimane il laicismo, un laicismo consapevole,
al franare delle verità infallibili, essere ignoranti non è un
problema lo è l’essere ignorante pensando di avere la verità in
tasca.
Se per secoli la filosofia ha spinto gli uomini a conoscere
loro stessi, certamente questo imperativo non è venuto meno, al
contrario diventerà ancora più importante. Se gli algoritmi
capiranno meglio di noi ciò che ci accade, il controllo della nostra
vita passerà davvero a loro.
Il
messaggio conclusivo, alla fine del libro, è che dobbiamo sopratutto
indagare su chi
siamo, al di là di ogni narrazione, per
scoprire davvero chi siamo. Soltanto così alla fine potremo davvero
sostituire alle narrazioni una reale e vera conoscenza di noi stessi. Harari,
come sempre, riesce a scrivere dei libri molto piacevoli e
interessanti da leggere, rispetto ai due precedenti però questo
libro risulta, a mio parere, molto meno convincente con pochi temi
veramente nuovi.