Le idee degli economisti e dei filosofi politici, tanto quelle giuste quanto quelle sbagliate, sono più potenti di quanto comunemente si creda. In realtà il mondo è governato da poco altro. Gli uomini pratici, che si ritengono completamente liberi da ogni influenza intellettuale, sono generalmente schiavi di qualche economista defunto. John Maynard Keynes
martedì 14 dicembre 2021
Modello IS-LM
domenica 7 novembre 2021
Capitalismo, democrazia ed ecologia
venerdì 5 novembre 2021
James K Gabraith -The predator State
lunedì 1 novembre 2021
Draghi: la manovra economica e il G20
giovedì 14 ottobre 2021
Robert Skidelsky -What's Wrong With Economics
L'economia tratta di desideri e mezzi, i fini sono semplicemente cosa le persone desiderano, il tutto connesso al concetto di scarsità, ma spesso la scarsità nasce dalle strutture sociali e politiche (scarsità artificiale), restrizione artificiali della offerta.
un grande economista deve possedere una rara combinazione di doti: deve essere allo stesso tempo e in qualche misura matematico, storico, politico e filosofo; deve saper decifrare simboli e usare le parole; deve saper risalire dal particolare al generale e saper passare dall'astratto al concreto nelle stesso processo mentale; deve saper studiare il presente alla luce del passato, per gli scopi del futuro. Nessun aspetto della natura dell'uomo o delle istituzioni umane gli deve essere alieno.
lunedì 4 ottobre 2021
Robert Skidelski -Keynes A Very Short Introduction
Data la propensione al consumo, la quantità di disoccupazione è determinata dall'ammontare degli investimenti; date le aspettative di profittabilità degli investimenti questi sono determinati dal tasso di interesse; data la quantità di moneta il tasso di interesse è determinato dalla preferenza della liquidità.
martedì 24 agosto 2021
Alessandro Roncaglia - L'età della disgregazione
Alessandro Roncaglia è un economista molto famoso che ha insegnato alla Sapienza (Università di Roma), è autore di numerosi libri, in particolare ho letto il suo: La ricchezza delle idee, libro di storia economica. In questo libro completa la trattazione approfondendo la storia economica dal dopoguerra ad oggi. Pertanto, a parte qualche cenno sugli economisti sino a Keynes, inizia trattando in maniera specifica Hayek e Sraffa. Il libro prosegue con la sintesi neoclassica di Samuelson. Una parte importante è dedicata a Friedman, la scuola di Chicago e i suoi successori, ad esempio Lucas.
La lista degli argomenti trattati è comunque molto lunga: dalle teorie dell'equilibrio, a quelle dello sviluppo sino ai post keynesiani e molto altro. Il libro pertanto copre una parte di storia economica generalmente non tratta nei libri di storia economica. E' un testo molto approfondito e molto dettagliato, pieno di riferimenti interessanti. È scritto in maniera chiara, le parti matematiche sono rinviate ad appendici, comunque per essere compreso occorre una preparazione economica universitaria di base, o in alternativa aver letto il mio libro; infatti il mio oltre a spiegare i classici esamina anche alcuni dei più importanti moderni economisti del dopoguerra in maniera meno sintetica e più didattica.
Un libro molto dettagliato, quindi, e per esperti, per quanto mi riguarda avrei preferito che approfondisse alcuni argomenti e idee con alcune scelte piuttosto che essere quasi onnicomprensivo. In ogni caso l'autore pur citando le teorie cosiddette mainstream le critica evidenziandone i limiti teorici e pratici.
venerdì 20 agosto 2021
La fuga dal Afghanistan
In questi giorni, su tutti i media, stiamo assistendo alla ritirata precipitosa dal Afghanistan. Molti hanno titolato: la sconfitta dell Occidente, certo non è un spettacolo bello. In effetti se consideriamo vent'anni di occupazione si tratta di un fallimento completo. La frase "esportare la democrazia" dovrebbe sparire dal lessico, infatti la democrazia può essere al massimo importata e non esportata, con ciò voglio dire che è un processo che pur prendendo spunto dall'esterno parte da dentro una nazione, importarla dall'esterno non tenendo conto della storia, tradizioni, situazione economica e sociale del paese non ha senso e, soprattutto, non funziona. La storia delle attuali democrazie è una storia lunga e tortuosa, con possibili cadute come è successo in Europa nel primo dopoguerra e come vediamo succedere ad esempio in Turchia e in Ungheria. Come ha scritto qui Rodrik per avere un democrazia veramente liberale ci vogliono delle condizioni precise e difficili da attuare, per cui pensare di impiantare una democrazia non e una impresa facile, anzi direi impossibile, tanto più poi se tali operazioni sono condotte male, mal preparate poiché le vere intenzioni sono altre, quasi sempre economiche. E un peccato che noi italiani ci siamo prestati, con grandi costi economici e di vite, a queste sciagurate operazioni, in particolare in Iraq dove ben ha fatto la Germania a tenerse fuori. Come scritto nel libro Shadow Élite, le vere motivazioni, ad esempio in Iraq, sono ben altre e poco hanno a che fare con i nobili ideali della democrazia. Personalmente non mi sorprende l'epilogo in Afghanistan, semmai noto un poco di ipocrisia perché stragi di innocenti, donne e civili avvengono in molti luoghi passando nel silenzio e dimenticati da tutti, l'Afghanistan ci colpisce solo perché siamo stati e siamo ancora lì. Non possiamo salvare il mondo, ma noi occidentali, che governiamo ancora il mondo (con una Cina che geopoliticamente guadagna spazio) e che abbiamo sfruttato per secoli popoli e nazioni potremmo fare di più, anche perché banalmente ci conviene se non vogliamo che i problemi ci ricadano addosso come emigrazioni incontrollate o terrorismo. Ma non mi stanco di ripetere abbiamo bisogno di vere élite preparate e lungimiranti non condizionate dai potentati economici o dai sondaggi elettorali.
lunedì 7 giugno 2021
Stephanie Kelton - The Deficit Myth
mercoledì 2 giugno 2021
Jhon Rawls -Liberalismo Politico
Ho scelto di recensire Liberalismo Politico perché successivo a Teoria della Giustizia (Teoria) e quindi contiene alcune modifiche anche in risposta alle critiche ricevute. In particolare, mentre Teoria si presenta come una unica dottrina (comprensiva) il Liberalismo Politico assume una pluralità di dottrine (ragionevoli).
La domanda che si pone l'autore è fondamentalmente: come è possibile che esista e duri nel tempo una società stabile e giusta di cittadini liberi e uguali profondamente divisi da dottrine religiose, politiche, morali.
Il concetto fondamentale è quello di ottenere un consenso per intersezione, infatti le teorie di Rawls, come egli stesso afferma, sono un tentativo di portare a un livello più alto le dottrine del contratto sociale.
Il punto di partenza sono i due principi di giustizia che sono:
a) Ogni persona ha uguale titolo a un sistema pienamente adeguato di uguali diritti e libertà fondamentali; l'attribuzione di questo sistema a una persona è compatibile con la sua attribuzione a tutti, ed esso deve garantire l'equo valore delle uguali libertà e solo di queste.
b) Le diseguaglianze sociali ed economiche devono soddisfare due condizioni; primo, esser associate a posizioni e cariche aperte a tutti in condizioni di equa uguaglianza delle opportunità; secondo, dare il massimo beneficio ai membri meno avvantaggiati della società.
Questi due principi, di cui il primo è prioritario, sono quelli che le regolano le istituzioni (di base).
I due principi devono assicurare la garanzia dell'equo valore delle libertà politiche che non sono puramente formali e l'equa uguaglianza (non puramente formale) delle opportunità. Inoltre, secondo il principio di differenza, che le diseguaglianze sociali ed economiche associate a cariche e posizioni devono essere regolate in modo che, quale sia il loro livello, esse vadano a beneficio dei membri meno avvantaggiati della società.
Lo scopo della giustizia come equità è pratico, cioè una concezione che può essere condivisa dai cittadini come base di un accordo politico ragionato, informato e volontario, indipendente da dottrine filosofiche e religiose, attraverso il consenso per intersezione.
La cooperazione è in equi termini, ovvero tale che ogni partecipante possa accettare a patto che tutti gli altri accettino (reciprocità).
L'accordo si basa sul fatto che i cittadini sono liberi e uguali, e questi quindi hanno due poteri morali: capacità di avere giustizia, concepire il bene e comunque i poteri della ragione.
Per raggiungere una accordo tra i cittadini le condizioni devono essere appropriate (posizione equa), per ottenere questo Rawls introduce due artifici: la posizione originaria e il velo di ignoranza (vedi Teoria) .
Questo accordo da luogo a una società ben ordinata dove ognuno accetta gli stessi principi di giustizia.
Quello che l'autore vuole realizzare è un “costruttivismo politico” in opposizione al costruttivismo morale di Kant.
La sua non è una dottrina comprensiva, i principi di giustizia politica si ottengono come procedura di costruzione basata sulla ragione pratica e fa a meno del concetto di verità.
La società politica si basa sulla ragione pubblica, cioè la ragione dei cittadini, soggetta al bene pubblico; la ragione pubblica non si riferisce a tutte le questioni politiche ma agli elementi costituzionali essenziali e problemi di giustizia fondamentali. I cittadini affermano quindi l'ideale di ragione pubblica non per un compromesso politico ma all'interno delle proprie dottrine ragionevoli. Delinea, poi, quello che definisce struttura di base, cioè il modo in cui le principali istituzioni sociali si combinano formando un sistema unico che assegna i diritti e doveri fondamentali.
Il ruolo della struttura di base consiste nel garantire che le azioni di individui e associazioni abbiano luogo in condizioni di fondo giuste.
Le libertà fondamentali (di pensiero, di coscienza, politiche, di associazione ecc.) formano una famiglia ed è questa famiglia ad avere priorità non una qualsiasi libertà singola, cioè le libertà fondamentali si limitano l'un l'altra (autolimitanti).
Infine, definisce quelli che sono i beni primari cioè le cose necessarie per consentire alle persone di perseguire la propria concezione determinata del bene e di sviluppare i due poteri morali.
In sintesi è un libro molto complesso e molto filosofico di cui tentare una sintesi è praticamente impossibile. Per me, abituato a leggere di contenuti più pragmatici e meno filosofici, riesce difficile dare un giudizio sulla importanza e validità delle idee di Rawls e della loro applicabilità nella realtà politica e sociale.
sabato 22 maggio 2021
Isaiah Berlin- I due concetti di libertà
lunedì 5 aprile 2021
Cosa ha veramente detto Keynes
lunedì 8 marzo 2021
Joseph Stiglitz - Popolo, Potere e Profitti - Un capitalismo progressista in un epoca di malcontento
Questo è l'ultimo libro di Stiglitz, di cui abbiamo recensito altri libri e pubblicazioni. I temi non sono completamente nuovi ma riguardano quelli precedentemente trattati negli altri suoi libri. In particolare l'autore stigmatizza la crescita della diseguaglianza nell'ultimo periodo, dove a guadagnare nei paesi occidentali è stata solo la parte apicale dei percettori di reddito mentre i redditi medio bassi sono rimasti stagnanti.
Un altro aspetto rilevante è il potere di mercato delle grandi corporation e compagnie finanziarie. Il potere di mercato c'è sempre stato, con tentativi di porgli limiti grazie alle regolamentazioni e leggi antitrust ma, nell'ultimo periodo, sta mutando con crescita di potere di monopolio sia dovuto alla globalizzazione e sia per il ruolo delle grandi imprese digitali (Facebook, Google, Amazon, ecc.), che richiederebbe l'aggiornamento delle regole anti trust.
Un capitolo è dedicato alla globalizzazione e alle sfide che essa pone. La globalizzazione non avvantaggia tutti, come è ormai palese, ma le ricette per bilanciarne gli effetti non sono quelli delle lotte commerciali e le barriere doganali (protezionismo) iniziate dall'amministrazione Trump.
Altro capitolo è dedicato alle disfunzioni del sistema finanziario che hanno causato tanti danni alla economia con la grande recessione, e le cui riforme sono state al momento molto blande vista la grande influenza che le istituzioni finanziarie hanno sul potere politico.
Ulteriore aspetto trattato è la sfida delle nuove tecnologie, queste hanno sempre comportato dei cambiamenti notevoli sul lavoro e quelle della intelligenza artificiale sicuramente possono avere impatti devastanti se non ben gestite, parallelamente vanno regolamentati l'uso e la detenzione dei dati che possono alterare non solo il mercato ma anche le regole della democrazia, come si è visto recentemente.
Nell'ultima parte delinea un insieme di ricette per riformare l'economia e risanare la democrazia, con un ruolo importante rivestito dal governo; questa parte del libro è totalmente dedicata agli Stati Uniti con molte critiche sulla attuale situazione economica e sociale e, soprattutto, critiche alle ricette della amministrazione Trump.
Un libro interessante ma, per chi ha letto i suoi precedenti libri, non contiene particolari novità, lo consiglio pertanto solo a chi non ha letto i suoi precedenti scritti.