lunedì 7 giugno 2021

Stephanie Kelton - The Deficit Myth

  I miti che con questo libro l'autrice, economista che insegna alla Università del Missouri,  vuole confutare sono tutti elencati nella introduzione. Il primo mito è che la gestione del budget del governo sia simile a quella di un cittadino. Il secondo è che il deficit sia sintomo di eccesso di spesa. Il terzo mito è che il deficit sia un peso per le future generazioni. Il quarto mito è che il deficit spiazza gli investimenti privati e mina la crescita di lungo termine. Il quinto mito è che il deficit rende gli Stati Uniti dipendenti dagli stranieri. Infine, il sesto mito è che i diritti (spese del welfare) ci stiano portando verso una crisi fiscale di lungo termine.
Relativamente al primo mito, cioè che il budget del governo sia simile a quello dei cittadino, per prima cosa bisogna evidenziare che la sostanziale differenza sta nel fatto che la Federal Riserve ha la piena autorità di emettere dollari. E' poi da respingere la idea che siano le tasse che creino la domanda per moneta del governo (differenza tra chi emette moneta e chi la usa). Le tasse, in realtà, sono un mezzo per cui il governo altera la distribuzione della ricchezza e dei redditi. Prima che qualcuno paghi le tasse qualcuno deve lavorare per guadagnarsi la moneta, non è quindi vero che tassazione e prestiti (emissione di bond) precedano la spesa.
Va evidenziato che la teoria monetaria (MMT-Modern Monetary Theory) che l'autrice difende non è un pasto gratis, e neanche asserisce che non vi siano limiti, piuttosto lo scopo è dare la priorità alle esigenze umane riconoscendo, allo stesso tempo, i veri limiti della economia e delle risorse.
Il deficit non è evidenza di eccessiva spesa, una spesa eccessiva si manifesta solamente quando si accende l'inflazione. Il budget è solo un mezzo per aggiungere o sottrarre denaro a tutti noi, in realtà il deficit aggiunge più denaro di quanto ne sottragga, è semmai un surplus fiscale che sottrae più denaro di quanto ne dia, piuttosto è la disoccupazione sintomo di un deficit troppo piccolo.
L'autrice poi critica il concetto di tasso naturale di disoccupazione (NAIRU), di fatto non è qualcosa che la FED possa calcolare od osservare, e le stime sul NAIRU si sino dimostrate spesso sbagliate. C'è una fede nella idea che ci sia qualcosa come un inesplicabile limite alla potenziale occupazione che causa il fatto che la FED sottostima regolarmente di quanto potrebbe cadere il tasso di occupazione. Il doppio mandato della FED (massima occupazione e stabilità dei prezzi) si basa sulla erronea credenza che ci sia un trade-off tra troppa disoccupazione e troppo poca.
Si ha evidenza di spesa insufficiente ogni qual volta vi è  capacità non utilizzata.
Le idee di Abba Lerner (Functional Finance), da cui origina la MMT, sono che, con sufficiente domanda aggregata, i policy makers possano mantenere la prosperità mantenendo l'economia al pieno potenziale tramite l'applicazione permanente della politica fiscale. Tasse e spesa possono essere manipolate per tenere l'economia in equilibrio. Per la MMT ciò non è però sufficiente, bisogna piuttosto garantire una garanzia federale sul lavoro che promuove la piena occupazione e la stabilità dei prezzi.
In una economia profondamente depressa vi è un grande spazio fiscale perché le imprese operano con molta capacità di riserva e ci sono molti lavoratori disponibili per essere assunti. Solo quando siamo vicini alla piena occupazione le risorse reali iniziano a diventare scarse.
Il governo non vende i titoli (bond) perché ha realmente bisogno di soldi ma per controllare il tasso di interesse. Non esiste una quantità di denaro prefissata, il limite è la capacità di assorbire quantità addizionali di moneta senza spingere in alto la inflazione.
Secondo l' economista Blanchard il debito è sostenibile se il tasso di crescita dell'economia (g) è maggiore del tasso di interesse pagato sui titoli (r), mentre la MMT da più importanza alla inflazione rispetto alla relazione tra r e g.
Le serie storiche sull'andamento dell'economia mostrano che si cerca di ridurre il debito la economia cade in depressione. Le tasse non sono importanti perché aiutano il governo a pagare i conti, sono piuttosto importanti per prevenire che le spese creino inflazione. La vendita di bond non è importante per finanziare il deficit fiscale, ma perché riduce l'eccesso di riserve che permette alla FED di agire sul tasso di interesse. Di fatto per ogni deficit che si crea si crea un surplus in qualche altra parte dell'economia. Il deficit fiscale non significa un inevitabile aumento dei tassi di interesse, i tassi di interesse sono una scelta politica e non imposti dai prestatori di fondi. Inoltre, regolare il flusso di capitali internazionali è una misura permanente che aiuta le nazioni a raggiungere un elevato livello di sovranità monetaria.
La MMT non pretende che il potere di emettere moneta dia il potere di fare qualsiasi cosa. Dobbiamo prepararci investendo oggi in quelle cose che ci rendono più produttivi per raggiungere i nostri obiettivi senza generare inflazione
I veri deficit che contano sono altri: il deficit di buoni lavori, di risparmi, di sanità, di educazione, di infrastrutture, del clima, e di democrazia.
Il mito del deficit ha impedito che il Congresso degli Stati Uniti usasse il suo potere per aggiustare i deficit reali della nostra economia.
Per MMT la sfida critica è gestire la inflazione. Il suo scopo è fornire una migliore visione di insieme, che aiuti a vedere un insieme di politiche che possano rendere l'economia più sana. Il più potente stabilizzatore automatico che si può introdurre è la garanzia federale sul lavoro, tramite emissione di moneta il governo ha il potere di eliminare la disoccupazione, semplicemente offrendo di assumere disoccupati. L'assicurazione contro la disoccupazione rimpiazza solo una parte dei redditi persi anche perché non tutti i lavori sono coperti da tale assicurazione. Il vantaggio maggiore della garanzia federale sul lavoro è di stabilizzare la disoccupazione durante il ciclo di business. Comunque il governo federale non è in grado di identificare al meglio le necessità più pressanti delle comunità per questo le agenzie governative devono lavorare con partners delle comunità.
Esistono però dei limiti, ogni economia ha una sua velocità limite, ogni qual volta l'economia raggiunge la piena occupazione ogni spesa aggiuntiva porta al rischio di inflazione. Sono le capacità tecniche e le risorse materiali le uniche cose che possono limitare le nostre possibilità.
Nel complesso è un libro interessante, quello che dice non è nuovo ma per chi  ha studiato Keynes e i suoi successori sono concetti noti, anche se per molti alcuni concetti possono sembrare paradossali mi trovo sostanzialmente d'accordo con molte delle affermazioni dell'autrice circa il funzionamento di una moderna economia monetaria. D'altra parte come afferma la stessa autrice alla fine del libro: “la MMT non ha un pacchetto di politiche per affrontare tutti i problemi. È soprattutto una descrizione di come funziona una moderna moneta fiat (1) “. Quindi se accettiamo questo limite, il libro, che è molto chiaro in molte parti, rappresenta un buon ausilio per capire che molte cose che ci vengono propagandate sul funzionamento dell'economia sono, spesso, non del tutto vere. 
Ho qualche perplessità su alcuni punti, come pure sulla garanzia federale sul lavoro, giusta in teoria ma non riesco ben a vedere la applicazione pratica nella realtà. Rimango convinto che comunque quello che conta di più sia l'economia reale e quindi la prosperità di una nazione è cosa più complessa. La moneta, come diceva Friedmann, sicuramente conta, cosi come è importante la sovranità monetaria, ma come sappiamo contano anche molte altre cose per  creare e mantenere la crescita economica, e non solo economica, di una nazione.

1.Moneta fiat o legale, per chi non lo sapesse, significa una valuta nazionale non ancorata al prezzo di una materia prima, come l'oro ad esempio, vale quindi solo per fiducia nella autorità che la emette. Di fatto tutte le monete degli Stati moderni sono di questo tipo.


mercoledì 2 giugno 2021

Jhon Rawls -Liberalismo Politico

Alcune premesse prima di parlare di questo libro. John Rawls è un filosofo politico molto famoso per il suo libro Teoria della Giustizia, che è uno dei saggi politici più famosi del dopoguerra, ed era dunque difficile non parlarne in questo blog.

Ho scelto di recensire Liberalismo Politico perché successivo a Teoria della Giustizia (Teoria) e quindi contiene alcune modifiche anche in risposta alle critiche ricevute. In particolare, mentre Teoria si presenta come una unica dottrina (comprensiva) il Liberalismo Politico assume una pluralità di dottrine (ragionevoli).
La domanda che si pone l'autore è fondamentalmente: come è possibile che esista e duri nel tempo una società stabile e giusta di cittadini liberi e uguali profondamente divisi da dottrine religiose, politiche, morali.
Il concetto fondamentale è quello di ottenere un consenso per intersezione, infatti le teorie di Rawls, come egli stesso afferma, sono un tentativo di portare a un livello più alto le dottrine del contratto sociale.
Il punto di partenza sono i due principi di giustizia che sono:
a) Ogni persona ha uguale titolo a un sistema pienamente adeguato di uguali diritti e libertà fondamentali; l'attribuzione di questo sistema a una persona è compatibile con la sua attribuzione a tutti, ed esso deve garantire l'equo valore delle uguali libertà e solo di queste.
b) Le diseguaglianze sociali ed economiche devono soddisfare due condizioni; primo, esser associate a posizioni e cariche aperte a tutti in condizioni di equa uguaglianza delle opportunità; secondo, dare il massimo beneficio ai membri meno avvantaggiati della società.
Questi due principi, di cui il primo è prioritario, sono quelli che le regolano le istituzioni (di base).
I due principi devono assicurare la garanzia dell'equo valore delle libertà politiche che non sono puramente formali e l'equa uguaglianza (non puramente formale) delle opportunità. Inoltre, secondo il principio di differenza, che le diseguaglianze sociali ed economiche associate a cariche e posizioni devono essere regolate in modo che, quale sia il loro livello, esse vadano a beneficio dei membri meno avvantaggiati della società.
Lo scopo della giustizia come equità è pratico, cioè una concezione che può essere condivisa dai cittadini come base di un accordo politico ragionato, informato e volontario, indipendente da dottrine filosofiche e religiose, attraverso il consenso per intersezione.
La cooperazione è in equi termini, ovvero tale che ogni partecipante possa accettare a patto che tutti gli altri accettino (reciprocità).
L'accordo si basa sul fatto che i cittadini sono liberi e uguali, e questi quindi hanno due poteri morali: capacità di avere giustizia, concepire il bene e comunque i poteri della ragione.
Per raggiungere una accordo tra i cittadini le condizioni devono essere appropriate (posizione equa), per ottenere questo Rawls introduce due artifici: la posizione originaria e il velo di ignoranza (vedi Teoria) .
Questo accordo da luogo a una società ben ordinata dove ognuno accetta gli stessi principi di giustizia.
Quello che l'autore vuole realizzare è un “costruttivismo politico” in opposizione al costruttivismo morale di Kant.
La sua non è una dottrina comprensiva, i principi di giustizia politica si ottengono come procedura di costruzione basata sulla ragione pratica e fa a meno del concetto di verità.
La società politica si basa sulla ragione pubblica, cioè la ragione dei cittadini, soggetta al bene pubblico; la ragione pubblica non si riferisce a tutte le questioni politiche ma agli elementi costituzionali essenziali e problemi di giustizia fondamentali. I cittadini affermano quindi l'ideale di ragione pubblica non per un compromesso politico ma all'interno delle proprie dottrine ragionevoli. Delinea, poi, quello che definisce struttura di base, cioè il modo in cui le principali istituzioni sociali si combinano formando un sistema unico che assegna i diritti e doveri fondamentali.
Il ruolo della struttura di base consiste nel garantire che le azioni di individui e associazioni abbiano luogo in condizioni di fondo giuste.
Le libertà fondamentali (di pensiero, di coscienza, politiche, di associazione ecc.) formano una famiglia ed è questa famiglia ad avere priorità non una qualsiasi libertà singola, cioè le libertà fondamentali si limitano l'un l'altra (autolimitanti).
Infine, definisce quelli che sono i beni primari cioè le cose necessarie per consentire alle persone di perseguire la propria concezione determinata del bene e di sviluppare i due poteri morali.
In sintesi è un libro molto complesso e molto filosofico di cui tentare una sintesi è praticamente impossibile. Per me, abituato a leggere di contenuti più pragmatici e meno filosofici, riesce difficile dare un giudizio sulla importanza e validità delle idee di Rawls e della loro applicabilità nella realtà politica e sociale.