Alessandro Volpi è un professore nella facoltà di Scienze Politiche alla Università di Pisa ma che ha anche svolto attività politica in particolare è stato sindaco della città di Massa; ha scritto molti libri con argomento politico ed economico di cui questo è l'ultimo.
Il tema del libro, come da titolo sono i fondi finanziari, tali fondi sono pentrati anche nelle società pubbliche, gestrici di infrastruttutre vitali per la sovranità di un paese. I fondi piu grandi del pianeta sono tre: Black Rock, Vanguard e State Streeet, ma le loro proprietà sono intrecciate tra loro con un intrico proprietario abbastanza oscuro. La cosa preoccupante è che questi soggetti, che sono proprietari o concessionari di servizi pubblici, poco contribuiscono al fisco italiano con utili tassati in paesi a fiscalità agevolata. Negli ultimi anni abbiamo assistito alla privitizzazione di una serie di servizi fondamentali di cui i fondi sono di fatto protagonisti. In particolare sono presenti nella società di gestione delle reti, vedi ad esempio KKR (dove figurano Vanguard e Black Rock) che possiede la maggioranza della rete fissa ex Telecom Italia. Inoltre i fondi possiedono una quota rilevante di Atlantia, cioè le autostrade italiane. Altri esempi di partecipazioni importanti dei fondi sono: Terna, Saipem, Eni, Leonardo ed Enav. Un altro campo dove sono molto presenti è quello delle cosiddette multyutility che erogano servizi pubblici in regime spesso di monopolio naturale e partanto dovrebbero essere gestite nell'interesse generale ma i cui margini e divedendi (circa 20 miliardi) vanno proprio a beneficio dei fondi. Gli esempi non mancano: A2A, Enel, Hera, Acea.
In pratica a livello mondiale due soli fondi gestiscono un valore pari a un quinto del Pil e possiedono circa il 30% dell prime 500 società mondiali. Di fatto i fondi hanno un enorme potere economico e sostituiscono in gran parte la finanza della economia della produzione trasformando i profitti in rendimenti finanziari. Un altro ambito è quello del debito pubblico, con tassi elevati, affidato in buona parte alla finanza privata, così che le sorti degli Stato dipendono molto anche dalle scelte dei principali fondi. Ma il monopolio finanziario si rafforza anche in altri campi, i padroni del mondo costituiscono un formidabile cartello capace di fare prezzi su cui speculare, un esempio i beni agricoli dove la dinamica della formazione dei prezzi è appannaggio dei colossi finanziari. Da aggiungere un ulteriore tassello: quello che riguarda le agenzie di rating, i soggetti che esprimono valutazioni decisive sulla finananza pubblica sono nella realtà nelle mani di coloro che partecipano direttamente al mercato finanziario. Altri esempi, forse meno noti, sono le società che gestiscono i giochi (ad es Lottomatica e Snai) ma anche le società sportive di calcio, il 35% delle squadre che militano nei 5 principali campionati europei sono proprietà dei fondi finanziari. Ma gli esempi non finiscono possiamo ancora citare le Big Pharma o anche Tesla. Nell'ultimio ventennio stiamo assistendo a una trasformazione profonda del capitalismo ormai dominato dai grandi fondi, con le banche e le assicurazioni italiane che ne vedono la partecipazione in maniera massiccia ma questo accade anche nel settore bancario degli Stati Uniti, con l'affermazione di un monopolio nelle mani di pochissimi player. La finanza sta quindi occupando ogni spazio possibile. Il capitalismo sta diventando un monopolio finanziario, da non confondere con il concetto di mercato inteso come elemento costitutivo dei processi economici e sociali. Lo strapotere economico dei fondi fa capire che la democrazia economica è una mera espressione formale.
Il libro di Alessandro Volpi è quindi un saggio capace di offrire una visione critica e ben documentata del ruolo sempre più centrale dei fondi finanziari nel nostro sistema economico‑politico. Consiglio questo libro a chiunque sia interessato a comprendere le dinamiche della finanza globale, la convergenza tra capitalismo finanziario e potere politico, e le sfide che ne derivano per la dimensione democratica. Le mie considerazioni sono che il capitalismo come tutte le realtà economiche e sociali evolve, questo libro mostra chiaramente questa evoluzione, è del tutto negativa? Non saprei rispondere, di fatto la cosa piuttosto controversa è che gli investitori in fondi, e solo chi può permetterselo, di fatto guadagna anche da servizi pubblici che magari paga di più e a vantaggio sostanzialmente dei veri "padroni". Questo libro è quindi utile perchè disvela questa contraddizioni, ma la politica, qui come in altri casi, è divenutata impotente, se non proprio compiacente, di fronti a certi poteri. Difficile che si possa realizzare qualche forma di controllo di questi poteri a livello nazionale, ma come detto la nostra UE dovrebbe risolvere molti problemi stutturali evidenti per occuparsi anche di questo.