sabato 10 febbraio 2024

Paul Krugman- Discutere con gli Zombie- Le idee politiche mai morte che uccidono la buona politica

Paul Krugman è un noto economista statunitense, vincitore del cosiddetto Premio Nobel per l'economia nel 2008, di cui abbiamo già pubblicato qui la recensione di un suo libro sulla crisi economica. Paul Krugman è un editorialista del New York Times e quasto libro è, di fatto, una raccolta di suoi articoli; pertanto non essendo un libro unitario ma una raccolta di aricoli su diversi argomenti quella che segue non è una vera recensione. 
Il libro è suddiviso in vari argomenti, i temi sono diversi, in particolare sono relativi a: social secutity e Obamacare, la crisi del 2008, l'austerità, l'euro, le tasse, Trump, i media ed altro, in particolare ovviamente temi economici
L'autore su questi argomenti esprime la sua opinione, sempre in contrasto con la visione del partito repubblicano USA. Gli argomenti sono spesso incentrati su tematiche degli USA pertanto sono relativamente interessanti per noi italiani, anche se forniscono un punto di vista sulla  politica americana e i suoi difetti. E' un libro interessante ma non unitario e, quindi, in parte dispersivo. 
Interessante è, sopratutto, la panoramica che offre sulla situazione politica americana, ovviamente di parte, cioè dalla parte di un economista liberal progressista. Quello che si vede è la degenerazione del partito repubblicano, sempre piu ancorato su posizione di retroguardia e ultimamente dominato dal trumpismo. Mi ha sorpreso, negativamente, la tenacia con cui i repubblicani, senza un vero successo, hanno tentato di sabotare la riforma sanitaria di Obama che offriva, giustamente, possibilità di assistenza sanitaria a una larga fascia di popolazione che ne era sprovvista. 
Francamente sembra strano che possano avere tanti voti i repubblicani quando smaccatamente fanno politiche a vantaggio di pochi, taglio delle tasse ai ricchi, e molto poco a vantaggio dei più. In realtà non è cosi strano se pensiamo a quanto possano pesare i ricchi negli Stati Uniti nel condizionare i media e quindi la opinione pubblica, riuscendo a convincere a votare una parte della popolazione più povera a favore di politici che perseguono obiettivi che non  la avvantaggiano. 
Anche da noi in Europa si assiste a una ripresa della destra ormai generalizzata, comunque, come ho più volte sottolineato, è sopratutto colpa dei partiti progressisti incapaci di affrontre in maniera corretta e fornire le giuste risposte ai cambiamenti sociali ed economici che le nuove tecnologie e la globalizzazione stanno imponenendo a gran parte della popolazioni, con aumento delle difficoltà economiche  e visione pessimistica sul futuro, lasciando spazio a chi cavalca queste crisi con un populismo facile da capire ma che non risolve molto.