mercoledì 27 gennaio 2016

Banche e bail-in

Oggi vorrei parlare del tema delle banche italiane e del cosiddetto “bail-in”. Su questo è stato scritto moltissimo e ancora si discute sulle possibilità tecniche di gestione delle sofferenze   che appesantiscono i bilanci delle banche, con conseguente polemica con la Commissione europea. Su questi aspetti, di cui ammetto di non essere così ferrato, non parlerò, vorrei fare invece un discorso un poco  più generale a beneficio di coloro che sono meno preparati. Il sistema bancario, e anche quello finanziario, sono importantissimi in una moderna economia, in particolare il mondo bancario ha lo scopo di connettere il sistema del risparmio privato con il sistema industriale/commerciale (in senso lato dalla grande industria alla piccola attività) che necessita di finanziamenti. Questo lo capiscono tutti anche i meno preparati  e quindi la funzione delle banche risulta importante e delicatissima. Che le banche in Italia, ma anche all’estero, non abbiano svolto bene questo compito non è un mistero, basta pensare alla crisi del 2008 innescata dal sistema finanziario/bancario americano e agli scandali e disastri che abbiamo visto in tutta Europa e di vario genere. Viene da se che l’attività bancaria ha bisogno, per la sua delicatezza, di autorità pubbliche di controllo, in Italia Consob e Banca d’Italia e adesso anche la BCE. Ora se in Italia è successo quello che è successo e si è lasciato che alcune banche arrivassero al fallimento e vendessero le famigerate obbligazioni subordinate  a cittadini, più o meno ignari, mi pare evidente che qualcosa non ha funzionato a dovere. In particolare vorrei fare un partentesi sulla Banca d’Italia (BDI)  e la sua indipendenza. Su questo tema esprimo il mio modesto pensiero, sono d’accordo in linea di principio che la BDI sia indipendente dal Governo (Potere Esecutivo), questo perché quest’ultimo potrebbe essere tentato di spingerla ad azioni per motivi strettamente propri (elettoralistici) e non proprio d’interesse generale. Sono invece contrario alla totale indipendenza della banca centrale, proprio per la delicatezza e importanza del suo ruolo per tutta la economia, quindi a mio  parere la banca centrale dovrebbe avere un mandato chiaro ma soprattutto in linea con la Costituzione, per fare un esempio se la Costituzione dice che la Repubblica è fondata sul lavoro, la banca centrale non può occuparsi solo di stabilità monetaria ma dovrebbe anche preoccuparsi della disoccupazione. Quindi dovrebbe essere soggetta al controllo di qualche altro organismo, ad esempio il Parlamento, con modalità da stabilire, affinché sia anch’essa controllata secondo il sano principio del check and balancing. La nostra BDI è un istituzione di grande qualità, con personale di assoluto livello e in genere lo sono stati anche i suoi Governatori, ma non sempre, come la storia ci ha dimostrato. Per quanto riguarda il bail-in anche qui, in linea di principio, non sarebbe sbagliato che i costi degli errori di una banca finiscano per colpire principalmente chi ne ha il capitale di rischio, per evitare i soliti salassi a carico di tutta la comunità. D’altra parte a seguito della crisi del ‘29, si è deciso di stabilire un assicurazione sui depositi proprio per evitare le note scene di panico delle persone in fila a ritirare i propri risparmi dalla banche, con conseguenti rischi di fallimenti bancari a catena e conseguente disastro economico. Che in Europa, quasi ovunque, si sia deciso di salvare con i soldi pubblici le banche non è un mistero, con modalità diverse e, in alcuni casi, anche perché si trattava di banche pubbliche. Ora lamentarsi con l’Europa perché ha cambiato le regole mi sembra un poco fariseo, prima perché le regole sono state cambiate non dall’oggi al domani e non posso credere chi i nostri politici che le hanno approvate erano così ignoranti, e poi chi ci ha impedito, in tempi non sospetti, di salvare le banche (qualcosa si è fatto ad esempio per MPS), non c’è stato un errore di sottovalutazione politica e anche da parte della dirigenza di alcune banche? Quindi, al di la dei tecnicismi, torno sempre sullo stesso tema, abbiamo un classe dirigente (in senso lato) che non mi pare adeguatamente preparata e pronta a rispondere alle sfide nei modi e nei tempi migliori. E dire che non credo che manchino in Italia le intelligenze e la preparazione, ma forse è un problema antico,  se Leonardo da Vinci è morto in Francia, se Marconi ha dovuto emigrare in Inghilterra per applicare le sue scoperte, se Fermi se ne  andato negli Stati Uniti a costruire la prima pila atomica,  a dimenticavo Galilei è rimasto ma è stato arrestato e ha dovuto abiurare le sue idee. 

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