Di questo autore abbiamo già parlato relativamente al suo precedente libro (Cattivi sammaritani), economista di origine coreana ma che vive e insegna a Cambridge.
Il titolo rivela chiaramente che il libro è una critica al capitalismo, non in se, ma soprattutto alla versione che ne da la corrente economica neo-liberista. In ognuno dei 23 capitoli cerca di dimostrare come alcuni assunti economici siano anche molto diversi da come ce li presenta la visione liberista. L'elenco è molto lungo ne citerò solo alcuni: il ruolo del libero mercato e dello Stato in economia, in particolare la efficienza del primo e le disfunzioni del secondo; che i ricchi siano sempre i più bravi e intraprendenti al contrario dei poveri (intesi anche come nazioni); che le aziende sono sempre più efficienti e che i manager sono molto ben pagati perché raggiungono dei buoni risultati. Le critiche sono ben argomentate e mettono in luce come, spesso, la realtà sia anche molto diversa da come viene dipinta e possa apparire. Complessivamente è un libro scritto molto bene e con grande chiarezza espositiva, che si legge quindi facilmente e con grande piacere.
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