Di questo autore, ex segretario del lavoro durante la presidenza Clinton ed economista, abbiamo già parlato in merito al suo altro libro Supercapitalismo in cui illustrava l’evoluzione, o meglio l’involuzione, del capitalismo dal secondo dopoguerra ad oggi. In questo libro si concentra sui difetti del capitalismo attuale.
Nella
prima parte mette in evidenza come il vero tema non sia se sia meglio il governo
o il mercato, bensì sulle regole su cui si basa il
mercato.
Le regole fondamentali del mercato sono per l’autore quelle che
regolano i contratti, i monopoli, i
fallimenti e, infine, come vengono fatte rispettare le regole stesse. Il
problema è che queste regole sono state
negli ultimi tempi sempre più condizionate dai poteri economici forti, grandi
imprese e Wall Street, anche a causa della perdita di potere contrattuale dei
lavoratori e della classe media. E’ quindi la capacità del potere economico di
condizionare a proprio vantaggio le scelte politiche sul funzionamento del
mercato, più che l’evoluzione tecnologica o la globalizzazione, a consentire a
chi è più ricco di continuare arricchirsi o quelle che l’autore chiama “pre-distribuzioni
verso l’alto”.
E’ necessario quindi che non ci sentiamo vittime di forze di
mercato impersonali, il mercato si basa su regole concepite da esseri umani, la
sfida non riguarda le dimensioni del governo «bensì per chi e per che cosa
opera il governo», cioè lo scopo dovrebbe essere un mercato organizzato a
favore di una prosperità diffusa.
Il punto fondamentale è la creazione o meglio
ristabilire una serie di contrappesi, e che noi cittadini «riprendiamo ad usare
la nostra voce e le nostre energie e i
nostri voti per riconquistare il controllo economico e politico». In questo
l’autore auspica negli USA la nascita di un terzo polo, oltre ai
tradizionali partiti democratico e i repubblicani.
Complessivamente
un libro molto ben scritto e piacevole da leggere, anche se forse troppo concentrato sulla
realtà statunitense, comunque veramente interessante e con molti spunti di riflessione.
P.S Questo non è il primo libro che leggo in cui
si cerca di salvare il capitalismo, mi auguro che nei prossimi qualcuno voglia
salvare l’umanità piuttosto che il capitalismo, anche se mi rendo conto che al
momento non abbiamo alternative concrete al capitalismo in termini di organizzazione socio-economica
della società e che alcune alternative, come quella comunista, si sono rivelate ben peggiori.
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