Le idee degli economisti e dei filosofi politici, tanto quelle giuste quanto quelle sbagliate, sono più potenti di quanto comunemente si creda. In realtà il mondo è governato da poco altro. Gli uomini pratici, che si ritengono completamente liberi da ogni influenza intellettuale, sono generalmente schiavi di qualche economista defunto. John Maynard Keynes
sabato 22 maggio 2021
Isaiah Berlin- I due concetti di libertà
lunedì 5 aprile 2021
Cosa ha veramente detto Keynes
lunedì 8 marzo 2021
Joseph Stiglitz - Popolo, Potere e Profitti - Un capitalismo progressista in un epoca di malcontento
Questo è l'ultimo libro di Stiglitz, di cui abbiamo recensito altri libri e pubblicazioni. I temi non sono completamente nuovi ma riguardano quelli precedentemente trattati negli altri suoi libri. In particolare l'autore stigmatizza la crescita della diseguaglianza nell'ultimo periodo, dove a guadagnare nei paesi occidentali è stata solo la parte apicale dei percettori di reddito mentre i redditi medio bassi sono rimasti stagnanti.
Un altro aspetto rilevante è il potere di mercato delle grandi corporation e compagnie finanziarie. Il potere di mercato c'è sempre stato, con tentativi di porgli limiti grazie alle regolamentazioni e leggi antitrust ma, nell'ultimo periodo, sta mutando con crescita di potere di monopolio sia dovuto alla globalizzazione e sia per il ruolo delle grandi imprese digitali (Facebook, Google, Amazon, ecc.), che richiederebbe l'aggiornamento delle regole anti trust.
Un capitolo è dedicato alla globalizzazione e alle sfide che essa pone. La globalizzazione non avvantaggia tutti, come è ormai palese, ma le ricette per bilanciarne gli effetti non sono quelli delle lotte commerciali e le barriere doganali (protezionismo) iniziate dall'amministrazione Trump.
Altro capitolo è dedicato alle disfunzioni del sistema finanziario che hanno causato tanti danni alla economia con la grande recessione, e le cui riforme sono state al momento molto blande vista la grande influenza che le istituzioni finanziarie hanno sul potere politico.
Ulteriore aspetto trattato è la sfida delle nuove tecnologie, queste hanno sempre comportato dei cambiamenti notevoli sul lavoro e quelle della intelligenza artificiale sicuramente possono avere impatti devastanti se non ben gestite, parallelamente vanno regolamentati l'uso e la detenzione dei dati che possono alterare non solo il mercato ma anche le regole della democrazia, come si è visto recentemente.
Nell'ultima parte delinea un insieme di ricette per riformare l'economia e risanare la democrazia, con un ruolo importante rivestito dal governo; questa parte del libro è totalmente dedicata agli Stati Uniti con molte critiche sulla attuale situazione economica e sociale e, soprattutto, critiche alle ricette della amministrazione Trump.
Un libro interessante ma, per chi ha letto i suoi precedenti libri, non contiene particolari novità, lo consiglio pertanto solo a chi non ha letto i suoi precedenti scritti.
venerdì 19 febbraio 2021
Analisi discorso Draghi al Senato
mercoledì 3 febbraio 2021
La sovranità appartiene al popolo?
La sovranità appartiene al popolo, recita la nostra Costituzione, precisando nei limiti dettati dalla Costituzione stessa. La sovranità non si esercita direttamente ma attraverso dei rappresentanti, la democrazia diretta è esistita in qualche modo nel passato come descritto qui, la democrazia parlamentare ha i suoi difetti ma questo è quanto abbiamo.
Ma il popolo ha sempre ragione? No, per questo ci sono dei limiti costituzionali ma, come scritto da Dahl, non c'è nessuno più qualificato dei cittadini a decidere su se stessi, d'altra parte come scritto da Schumpeter è comunque difficile, per motivi oggettivi, che cittadini abbiano piena contezza e capacità di decidere su molte questioni che sono complesse, per questo abbiamo bisogno di leadership.
Questa premessa per parlare della attuale situazione politica italiana. Il fatto che si sia dato l'incarico a Draghi, persona ovviamente degnissima, posso capirlo ma non mi soddisfa. Siamo in una crisi sanitaria, economica e sociale enorme per cui andare subito a elezioni sarebbe troppo pericoloso ma servirebbe un governo di transizione per arrivare alle elezioni. Spendere il nome di Draghi significa un governo con maggiore durata, probabilmente un ottimo governo, sicuramente migliore del precedente che ho criticato, ma nessuna scelta in politica può essere solo tecnica, la tecnica può porre limiti o alternative le scelte sono sempre politiche. Rischiamo di fare lo stesso errore del governo Monti, un governo che alla fine ha sopperito agli errori commessi e ha fatto da paravento per decisioni difficili e impopolari, così poi qualcuno può facilmente prenderne le distanze (vedi Fornero messa alla gogna).
No, mi dispiace, anche se le scelte di Draghi potranno essere migliori, abbiamo bisogno di un nuovo Parlamento anche se questo significa probabilmente la vittoria della destra. Vengano Salvini e Meloni, sempre pronti a criticare l'ultimo governo, a risolvere i problemi che ha lasciato la crisi, vengano a fare tagli al fisco, anticipare il pensionamento, rottamare le cartelle fiscali ecc. Non esistono pasti gratis ma gli italiani devono capirlo e attribuire le colpe alle classi dirigenti che hanno liberamente eletto e non al prossimo "tecnico" votato al salvataggio della patria.
domenica 24 gennaio 2021
Franco Bernabe- A conti fatti-
Franco Bernabè è un dirigente di azienda che ha gestito alcune delle più grandi imprese del paese, questo libro è la sua autobiografia professionale ma anche la storia di una parte significativa della storia industriale e politica italiana degli ultimi quarant'anni. La sua storia professionale inizia, dopo una breve parentesi all'OCSE, nella Fiat degli anni '70 con Agnelli e Romiti al comando, le lotte sindacali e la famosa marcia dei 40.000 che chiude un ciclo. Passa poi all'ENI, a seguito di Reviglio di cui era stato assistente. All'ENI passerà 7 anni molto complicati, con la ristrutturazione dell' ente e il passaggio a S.p.a e successiva quotazione in borsa. Anni difficili con molti scandali con il più noto e famigerato caso Enimont. La successiva esperienza in Telecom sarà pure molto difficile. Il primo passaggio come amministratore delegato si concluderà prematuramente con l'Opa di Colaninno. Dopo un periodo in cui affronta un percorso imprenditoriale tornerà un Telecom. In questa seconda fase si impegna a ridurre l'indebitamento provocato dalle precedenti gestioni ma, soprattutto, cercherà di rafforzare la componente azionaria e il gruppo per cercare di rilanciarlo attraverso varie operazioni e la ricerca di partnership, questa operazioni non riusciranno costringendolo ad una seconda uscita. Il libro attraversa quindi quaranta anni di vicende industriali e politiche attraverso gli occhi di un protagonista, con la descrizione molto dettagliata di molti personaggi e fatti. Ne esce un quadro non proprio esaltante del nostro capitalismo e della politica, quest'ultima ha condizionato pesantemente e spesso negativamente gli esiti delle industrie interessate, con prese di posizione spesso miopi o mirate a biechi interessi elettorali o di finanziamento dei partiti. Di queste vicende quella di Telecom mi era già tristemente nota per esperienza personale. Il libro si conclude con un breve capitolo di conclusioni e riflessioni sulle vicende internazionali e soprattutto di quelle italiane. Un libro interessante per chi vuole conoscere un pezzo importante della storia industriale del nostro paese, forse avrei sperato che nelle conclusioni del libro l'autore, vista la sua esperienza, approfondisse di più cause, motivazioni e anche soluzioni alla situazione italiana molto critica in termini economici e sociali.
William Ruddiman - L'aratro, la peste, il petrolio
martedì 19 gennaio 2021
Crisi di governo o di leadership ?
Ecco, ci mancava l'ennesima crisi di governo quando siamo in una situazione critica per la pandemia ma anche economica e sociale. Questa è una crisi di governo ma, soprattutto, una riconferma della grande crisi di leadership che nasce da lontano. Finita la prima repubblica, per il degrado di una classe politica che aveva finito per ridursi a spartitori di mazzette in, purtroppo, molti casi, i cittadini hanno giustamente cercato nuove leadership e nuovi soggetti politici. Dopo la fase berlusconiana, che non ci ha certo risollevato dal ristagno economico e sociale, i cittadini si sono rivolti ad altri soggetti, con idee in parte innovative ma spesso velleitarie. Pertanto, da una classe politica esperta ma, spesso, poco etica, siamo passati a rappresentanti forse più onesti ma certamente poco preparati. Data la attuale composizione del parlamento era difficile che uscisse qualcosa di buono. Il secondo governo Conte ha fatto il possibile, con molte carenze, ma dobbiamo anche tener conto di una situazione di partenza difficile per il degrado della sanità e della macchina pubblica in generale, con l'aggravante di ministri non sempre di grande spessore, visto il degrado qualitativo dei nuovi eletti. Adesso non capisco e non condivido la mossa di Renzi che peggiora la situazione, non capisco anche la scelta di Conte di andare avanti con una maggioranza raccogliticcia che renderà governare ancora più difficile. Andremo, prima o poi alle elezioni, e vincerà la destra che avrà poco da gioire, infatti, con questa situazione e con la scarsezza dei personaggi della destra, finiremo pure peggio; già prevedo che questa destra finirà per dare il colpo di grazia al paese sia per scelte sbagliate e sia perché non avrà sconti dall'Europa. Questo paese non si può salvare se non facciamo le cose giuste come ho scritto nel mio ultimo libro, ma, soprattutto, se non facciamo emergere, a tutti i livelli, delle nuove leadership, e di giovani e meno giovani preparati ne abbiamo ma questo devono capirlo i cittadini, non esistono scorciatoie e demiurghi con la bacchetta magica, ci servono persone preparate e non cazzari come ho già scritto in un altro post.
sabato 21 novembre 2020
Uno spettacolo preoccupante
Lo spettacolo della politica italiana, in questo ultimo e drammatico scorcio di anno, è desolante e preoccupante. Lo scontro tra Regioni e Governo è piuttosto sconfortante, molti presidenti di regione non sono alla altezza, hanno scaricato le responsabilità delle chiusure sul governo centrale per poi piagnucolare quando sono stati messi in zona rossa. Certo il Governo con i suoi 21 parametri poco chiari non è stato il massimo della trasparenza, per non parlare della magra figura sulla Calabria. Conte è un cittadino prestato alla politica che fa del suo meglio ma se abbiamo questa classe politica è colpa nostra.
Come ho detto più volte la democrazia funziona bene se i cittadini sono preparati e consapevoli delle loro scelte, in più servono delle buone leadership. Purtroppo una parte della cittadinanza non è sufficientemente informata, colpa anche di un sistema giornalistico che fa acqua da più parti, con i social che amplificano e diffondono le fake news che hanno peggiorato le cose. Sulla leadership ho scritto qui quel che sognerei ma, comunque, in Italia ci sono tantissime persone preparate che a fatica assurgono a cariche politiche, anche perché la battaglia politica non è più una battaglia di idee ma una guerra per bande dove ognuno difende la propria fazione a prescindere.
Dall'altra parte dell'oceano, Stati Uniti, le cose sono comunque complicate. Hanno votato in tanti, ed è un bene, ma 70 milioni di voti per uno che non mi sembra tanto equilibrato (è un eufemismo per definire Trump) sinceramente non riesco a giustificarlo se non per pura ragione di schieramento, d'altra parte la scelta di Biden, ottima persona ma molto in la con gli anni, non mi è sembrata la scelta migliore, staremo a vedere. Comunque i segnali che si vedono in giro sono preoccupanti con vecchie democrazie che arrancano e nuove che sconfinano diventando solo democrazie sulla carta, vedi ad esempio Turchia e altro.
Un altra aspetto che mi preoccupa e il dilagante negazionismo e complottismo, abituati da decenni di film sui complotti, che possono anche talvolta essere veri, si è superato il limite, si vedono macchinazioni dappertutto arrivando a esternazioni fantasiose e assurde che rimbalzano sui social, arrivare a dire che la pandemia non esiste e che sia tutto preordinato per sopprimere la libertà è pericoloso per tutti, se queste persone rimangono delle piccole frange è fisiologico ma a me pare che non sia così, e allora Houston abbiamo un problema.
sabato 14 novembre 2020
Robert A. Dahl -Sulla democrazia
Torniamo a parlare di democrazia recensendo un libro piacevole e interessante. Si tratta di un libro non recente, edito in Italia nel 2000, di Robert Dahl (scomparso nel 2014) professore di scienza politica all'Università di Yale.
Il libro inizia con una breve storia della democrazia nell'antichità con la nascita della democrazia in Grecia ad Atene e la res pubblica romana.
Successivamente passa ad elencare quali siano i criteri che definiscono e caratterizzano una democrazia:
- partecipazione effettiva
- parità di voto
- diritto all'informazione
- controllo dell'ordine del giorno
- universalità del suffragio
Elenca poi quali siano i vantaggi della democrazia:
- ostacola la tirannia
- diritti essenziali
- libertà generale
- autodeterminazione
- autonomia morale
- progresso umano
- tutela di interessi personali essenziali
- uguaglianza politica
- tendenza alla pace
- prosperità.
Un capitolo è dedicato a smontare la tesi dei "custodi", cioè che sarebbe meglio delegare le decisioni agli esperti; qui la sua posizione è chiara, ogni decisione politica è anche etica e il governo non è una scienza ma serve anche incorruttibilità e altro, in conclusione nessuno è meglio qualificato dei cittadini stessi per conferirgli un potere definitivo.
Un ulteriore capitolo è dedicato ai requisiti minimi necessari affinché un paese sia considerato democratico:
- amministratori eletti
- libere e frequenti elezioni
- libertà di espressione
- accesso a fonti alternative di informazione
- autonomia associativa
- cittadinanza allargata,
Un capitolo è dedicato alla discussione sulle diverse forme costituzionali adottate nei vari paesi, di fatto non esistono soluzioni costituzionali da preferire in assoluto, la sua conclusione sintetica è che una costituzione ben fatta può aiutare le istituzioni democratiche a sopravvivere mentre una costituzione mal fatta può invece favorirne il crollo.
Passa poi ad esaminare i sistemi elettorali, da quelli proporzionali a quelli maggioritari e le soluzioni miste, anche qui non esiste un sistema perfetto anche se il sistema maggioritario pur avendo alcuni vantaggi non sembra incontrare i favori dell'autore, mi preme invece evidenziare invece quando afferma che una riforma costituzionale non va presa alla leggera ma richiede i migliori talenti del paese.
Infine elenca quali sono le condizioni essenziali alla democrazia:
- funzionari eletti controllano la polizia e l'esercito
- idee e cultura politica democratiche
- assenza di ingerenze esterne da parte di paesi ostili alla democrazia
- un economia di mercato e una società moderna
- scarso pluralismo subculturale