domenica 30 aprile 2023

Europa ancora non ci siamo

    La Commissione Europea ha elaborato una nuova proposta  delle nuove regole del "patto di stabilità". 

Rispetto al precedente patto il nuovo sistema è piu flessibile e da, ai paesi con rapporto debito/PIL eccessivo, la possibilità di modulare il piano avendo però l'obbligo di un percorso che riduca il suddetto rapporto in un certo numero di anni (4/7). Sicuramente è un passo avanti rispetto alle regole rigide, e direi masochistiche, del precedente patto, quello che resta sono i paletti del 3% del deficit e 60% del rapporto debito/PIL. Capisco che rivedere questi paletti sarebbe politicamente azzardato ma non capisco perchè non si prende atto che si tratta di parametri del tutto arbitrari, senza nessun fondamento scientifico, infatti questi valori sono stati presi in tempi passati basandosi, in particolare sul rapporto debito/Pil, sulla situazione media dei paesi di molti anni fa, mentre non esiste nessuno studio economico che definisca il 60% come valore ottimale. Inoltre, la crisi del 2008 e la pandemia del 2020 hanno comportato un notevole aumento del indebitamento degli stati del UE, pertanto la situazione è completamente cambiata e non solo l'Italia ha un rapporto debito/PIL maggiore del 100%. E' chiaro che da un punto di vista logico, proprio per affrontare periodi critici, sarebbe bene avere un rapporto debito/PIL più basso per avere maggiori margini di manovra ma fissare l'asticella al 60% è insensato e antistorico. Per ridurre il rapporto debito/PIL ci sono due metodi, uno è di ridurre le spese dello Stato per diminuire il numeratore e l'altro aumentare il denominatore (il PIL) con la crescita. Dato che aumentare il PIL diminuendo le spese dello Stato, la cosidetta austerità espansiva, è un metodo che rararmente funziona, anzi spesso produce effetti controproducenti vedi, ad esempio, quello che ha fatto il governo Monti, sarebbe meglio puntare sulla crescita, come si sta facendo con il PNRR. Quindi, ancora una volta la UE perde un occasione per impostare  gli obiettivi economici su un ottica di sviluppo coordinato tra tutti i paesi e persegue degli obiettivi che, in questo momento con la inflazione e la guerra in Ucraina, sembrano piuttosto velleitari. Certo il nostro paese e la  sua classe dirigente hanno dismostrato di non essere spesso alla altezza, lo vediamo con la incapacità conclamata di sfruttare a pieno e bene la occasione del PNRR, inoltre spesso le spese sono state male indirizzate (vedi ad es. i bonus) e sono anni che manca la capacità di fare adeguati investimenti, che per inciso andrebbero tolti dal debito nel calcolo del rapporto debito/PIL. Abbiamo problemi strutturali, un sistema bicamerale non funzionale, un livello di preparazione della pubblica amministrazione non alla altezza, con un personale che andrebbe ringiovanito e rinforzato, una classe politica con persone con una preparazione scarsa rispetto alla complessità del mondo attuale, e  i governi con i 5 stelle, ma anche quest'ultimo, dimostrano i grossi limiti dei ministri.

Purtroppo questo nuovo patto di stabilità, piuttosto miope, ci costringerà a fare risparmi che, unito alla incapacità di farli in maniera razionale e ragionevole (di sprechi ce ne sono tanti) ci costringerà ad una stagnazione economica che ormai stiamo sperimentando da due decenni. Non vedo all'orizzonte personaggi politici in grado di raddrizzare le sorti del nostro paese e la continua dimninuizione della partecipazione al voto e democratica, oltre a una informazione giornalistica e televisiva non all'altezza non fanno che predispormi ad un ulteriore pessimismo.

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