Sul tema sono stati scritti un fiume di parole, alcune le condivido come questo articolo di Wolfgang Munchau che giudico molto interessante. Vedendo molti commenti da parte dei lettori di giornali vorrei, comunque, evidenziare alcune cose.
Nel momento in cui si contrae un debito questo comporta un onere a carico di chi lo fa e un rischio a carico di chi presta i soldi, mi sembra un fatto elementare ma spesso dimenticato. Chi presta, a fronte del rischio, chiede un interesse tanto più alto quanto maggiore è la percezione del rischio e, nel caso se avesse il sospetto che il debitore non possa ripagare il prestito, sarebbe opportuno non concederlo. Se un amico, con un buon lavoro e reddito, non mi restituisce un prestito diciamo che è un poco farabutto, ma se io presto i soldi ad un barbone, che manco conosco, diciamo che io sono un cretino o un benefattore, ma è un altro caso. Se il sistema finanziario ha per molti anni allegramente finanziato la Grecia, non può esimersi da prendersi un pò di colpe perché non credo che non conoscessero la situazione della Grecia: dipendenti pubblici, pensioni, evasione fiscale ecc. Inoltre, in genere dovrebbe essere interesse del creditore di non far fallire il debitore, è meglio dilazionargli il prestito che non ricevere nulla o poco.
Altro aspetto sono le cure, le cosiddette riforme strutturali, richieste alla Grecia dalla Troika, che si sono rivelate fallimentari, vedi post sullo studio commissionato dal Parlamento europeo. Quindi insistere con tali riforme, mi pare ovvio, incontri le difficoltà dei Greci che hanno subito il prezzo degli errori di valutazione altrui. D'altra parte, come è facile dimostrare, in queste condizioni non è possibile restituire il debito salvo peggiorare la situazione greca, per cui va preso atto che quanto dice Tzipras è ragionevole. Questo non significa che la Grecia non deve intraprendere una serie di misure atte a migliorare la sua situazione e renderlo un paese con una struttura economica e sociale più vicina a quelle degli altri paesi, ma doveva essere il passo iniziale per farla entrare nell'area euro e, quindi, dargli credito, non dopo che la crisi è scoppiata. Insomma una serie di errori e di orrori da manuale, e credo, a questo punto, vista la situazione non convenga a nessuno l'uscita della Grecia dall'euro, per i Greci inizialmente sarebbe un disastro economico e sociale e, per l'Europa dell' euro, sarebbe un pericoloso precedente con conseguenze imprevedibili. Quindi si arriverà sicuramente ad un accordo, purtroppo ancora temporaneo, poi vedremo. Per concludere comunque, l'atteggiamento della Francia, in particolare sugli immigrati, ponga credo definitivamente la parola fine alla illusione di costruire un Europa federale e solidale. Spero che su questo riflettano bene i nostri politici per impostare le nostre future azioni economiche e di politica in generale.
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