Il
libro che consigliamo oggi è: A.Sen, L’idea di giustizia, Mondadori.
Una
prima premessa dovuta è che non è un
libro facile, cioè di quelli da leggere sotto l’ombrellone, per
questo è difficile da sintetizzare. L’autore, Amartya Sen noto economista premio
Nobel per l’economia, si cimenta su un tema filosofico: la giustizia.
Il punto di partenza sono le idee di Rawls, di cui Sen è
amico ed estimatore, del quale l’autore però critica l’approccio di tipo
“istituzionale” e “contrattualistico”, derivante dall’approccio illuminista del
“contratto sociale” e che si focalizza sulla ricerca di istituzioni sociali
ideali. Approccio, di cui Sen, nella prima parte, evidenzia i limiti ritenendolo, in particolare, difficilmente e praticamente attuabile.
L’approccio
di Sen, pur rimanendo nell’ambito dell’Illuminismo e della ragione, è un
approccio più pragmatico con un ottica orientata piuttosto al miglioramento che
al raggiungimento di situazioni ottimali ideali.
In questo risulta interessante citare le due concezioni giustizia secondo la cultura indiana che espone Sen: Niti è la giustizia in sé, mentre Nyaya è un giudizio pratico su una situazione concreta e quindi mai perfetta e sempre in rapporto ad un'altra, che è la prospettiva dell'autore.
La centralità, per Sen è nella vita concreta degli individui e nelle loro “opportunità effettive” e in un ideale di libertà “sostanziale”. Tale impostazione viene contrapposta non solo a quella fondata sulla centralità del reddito (o dei “beni primari” secondo l’accezione usata da Rawls), ma anche a quella imperniata sulla felicità/utilità dell’Utilitarismo. Concludo con questa citazione dal libro sulla filosofia:
In questo risulta interessante citare le due concezioni giustizia secondo la cultura indiana che espone Sen: Niti è la giustizia in sé, mentre Nyaya è un giudizio pratico su una situazione concreta e quindi mai perfetta e sempre in rapporto ad un'altra, che è la prospettiva dell'autore.
La centralità, per Sen è nella vita concreta degli individui e nelle loro “opportunità effettive” e in un ideale di libertà “sostanziale”. Tale impostazione viene contrapposta non solo a quella fondata sulla centralità del reddito (o dei “beni primari” secondo l’accezione usata da Rawls), ma anche a quella imperniata sulla felicità/utilità dell’Utilitarismo. Concludo con questa citazione dal libro sulla filosofia:
La filosofia, però, può anche contribuire a dare maggiore e rilevanza alle riflessioni sui valori e sulle priorità, nonché a quelle sulle privazioni, le angherie e le umiliazioni cui in tutto il mondo gli esseri umani sono soggetti;
Ben consapevole della difficoltà nell’esporre il complesso contenuto del libro,
mi auguro che sia di stimolo per spingervi alla sua lettura.
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