Jean Baptiste Say (1767-1832) nacque in Francia, ma passò una parte della sua vita in Inghilterra dove ebbe l’opportunità di leggere le opere di Smith, oltre che studioso di economia fu dedito ad attività pratiche sia come imprenditore sia come giornalista.
Il suo nome, molto meno noto ai non economisti rispetto ai
precedenti autori, è legato alla cosiddetta “legge degli sbocchi”[1], che nella forma più semplice può
essere così enunciata: l’offerta crea la sua domanda. In altri termini tale
legge afferma che chi produce i beni produce anche il reddito per acquistarli,
ovvero che ogni venditore è anche compratore. Come conseguenza, per J.B.Say, non
dovrebbero esistere crisi di sovrapproduzione.
Abbiamo visto come, già in Ricardo, si manifestino i primi dubbi sul fatto che non esistano
crisi di sovrapproduzione, altri autori, tra cui anche J.S.Mill, espressero
delle teorie sulle crisi. Comunque, in
generale, possiamo dire che tale legge fu assunta come valida, almeno sul lungo periodo piuttosto che
sul breve, dalla maggioranza gli
economisti successivi.
Chi fu invece molto critico con questa legge fu Malthus
(1766-1834), sacerdote anglicano che fu docente di storia ed economia politica, amico di Ricardo con cui
intrattenne un lungo rapporto epistolare, dove esprimeva posizioni spesso
contrastanti a quelle di Ricardo stesso.
Il suo nome è legato alla teoria della popolazione, sostenuta
nel suo libro Saggio sul principio della
popolazione, dove sostanzialmente sosteneva che, se non limitata, la
crescita della popolazione sarebbe stata maggiore della crescita del suo
sostentamento con tutte le problematiche conseguenti.
Le sue idee più
interessanti, a mio parere, sono comunque quelle relative all’ assorbimento
della produzione.
Il suo punto di vista, contrario alle idee di Say, è che
l’aumento della produzione spinto dall’ utilizzo dei profitti reinvestiti
piuttosto che dedicati al consumo e l’aumento della popolazione, che sarebbe comunque rimasta con i redditi fermi a livello di sussistenza,
avrebbero determinato, di conseguenza,
una carenza di domanda
sufficiente ad assorbire la produzione
stessa e ciò avrebbe provocato una crisi
innescando una spirale negativa.
La sua soluzione, da conservatore, era riposta nella necessità
di classi improduttive (proprietari terrieri, funzionari pubblici, ecc…) che
potevano, con la loro domanda aggiuntiva, garantire uno sbocco sufficiente alla
produzione.
Come vedremo più avanti, sarà J.M.Keynes a riprendere le
idee di Malthus sulla carenza della domanda con il concetto di domanda effettiva.
[1] Gli storici
dell’economia distinguono tra due
versioni della legge, una più forte, detta “identità di Say” e una meno forte
della legge, vedi ad esempio: Storia e
critica della teoria economica di Mark Blaug.
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