giovedì 31 maggio 2018

Il paradosso del comma 22


Nel famoso libro Comma 22 di Joseph Heller viene esposto il famoso paradosso:
«Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo.»
Se lo vogliamo trasporre nell’attuale Eurozona diventa:
«Chi è pazzo può chiedere di uscire dall’euro, ma chi chiede di uscire dall’euro non è pazzo.»
Infatti uscire dall’eurozona in realtà sarebbe una decisione razionale visto che così come è stata creata è una costruzione sbagliata e disfunzionale, ma uscire dall’euro viste tutte le implicazioni e le interconnessioni economiche è una scelta comunque molto pericolosa.
La cosa più logica, come ho detto più volte, sarebbe riformare l’eurozona, ma razionalmente come si sono messe le cose non è molto realistico pensare che sia realizzabile. Ci siamo spinti troppo avanti, abbiamo perso tempo, e le posizioni dei vari paesi sono diverse e difficilmente conciliabili,  d’altra parte se si costruisce una casa (eurozona) partendo dal tetto e non dalle fondamenta è molto difficile che resti in piedi.
Come mostrato dal famoso piano B, redatto su Scenari Economici, l’uscita dall’euro prevede tutta una serie di operazioni complesse e non facili da realizzare. Comunque, dato che l’economia è una scienza complessa e complessi sono i sistemi economico-sociali con le loro interdipendenze, è difficile prevedere con precisione  lo scenario finale. Casi di default degli Stati nazionali nella storia sono stati molti (vedi libro di Reinhart e Rogoff  Questa volta è diverso) con casistiche differenti. Altra possibilità, che per me è l’unica, è quella di uscita concordata, tanto comunque se usciamo dovremmo concordare molte cose, ovviamente con questo non voglio dire che sia facile. Cosa dovremmo fare dunque. Per prima cosa dovremmo avere un governo forte (non facile vista la situazione), con  personalità con grande esperienza e conoscenza in campo economico. A questo punto, anche se qualcuno dice che non si possono battere i pugni su un tavolo che non c’è, dovremmo dire la nostra laddove si discute di riforme e proposte cercando alleanze (visto che i paesi coinvolti sono molti). Nel frattempo mettere in sicurezza la nostra economia con una serie di provvedimenti che rafforzino la nostra solidità e competitività, alcune cose si possono fare con molto sudore e non troppi soldi  (efficientamento burocrazia, miglioramento della giustizia, università, scuola, ricerca, riordino degli incentivi alle imprese, riqualificazione della spesa pubblica, aumento degli investimenti infrastrutturali). Cosa succederà è difficile dirlo, credo che la discussione  sarà lunga e dolorosa ma dobbiamo essere preparati a combattere ed ad uscire, non ci sono pasti gratis, dobbiamo solo affrontare le cose in maniera razionale e mettendo in campo le forze migliori per affrontare la situazione. Se l’Europa decidesse di riformarsi sarebbe un bene per tutti, se saremo costretti a uscire dall’euro dovremmo farlo ben sapendo che quello che seguirà sarà un momento molto difficile e oneroso, purtroppo, una volta fatta la scelta di entrare nell’euro, qualsiasi soluzione non sarà indolore, l’unica cosa da non fare è vivacchiare così nella speranza che qualcosa cambi o illudersi che basti dire che vogliamo uscire dall’euro e questo automaticamente si trasformi nella soluzione dei nostri problemi. Good night and good luck.

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