mercoledì 14 dicembre 2016

Thomas Fazi, Guido Iodice –La battaglia contro l’Europa- Fazi Editore



Questo libro è scritto da due giornalisti e saggisti, divulgatori di economia, di cui Iodice animatore del blog Keynesblog.


Il libro ripercorre nella prima parte le vicende politico-economiche di questi ultimi decenni dell’area euro, con molteplici riferimenti e richiami agli aspetti decisivi di questo lungo periodo di  crisi: dalla crisi bancaria, alle fallimentari politiche di austerità e al fiscal compact. 

Nella seconda parte analizzano le soluzioni proposte per uscire dal pantano in cui si è arenata l’Europa. In particolare criticano la ipotesi di uscita dall’euro: quella unilaterale troppo pericolosa e destabilizzante, e anche quella di un uscita concordata in quanto richiederebbe un forte coordinamento tra gli Stati europei la cui mancanza è invece una delle cause della crisi dell’area euro. Non sono altresì favorevoli alla maggiore integrazione (“più Europa”) perché rischierebbe di desertificare ulteriormente le nazioni più deboli dell’euro.

Secondo gli autori, la via d’uscita dalla crisi quindi non passa né per una maggiore integrazione né per l’uscita dall’euro, quanto piuttosto per l’apertura di un conflitto tra periferia e centro sulle attuali politiche e limiti imposti dalla troika e che arrivi quindi a delineare un’ alternativa all’attuale assetto istituzionale dell’unione monetaria. Per gli autori l’alternativa migliore rimane restare nell’euro e combattere politicamente per una maggiore flessibilità a livello nazionale. 

Il libro è ben scritto anche se richiede un minimo di conoscenza economica, la prima parte comunque è relativamente interessante ma non innovativa, in quanto molte delle analisi le trovate in molti dei libri che vi ho già segnalato. 

Sulle soluzioni proposte, molto pragmatiche ma neanche innovative, nutro forti dubbi che siano attuabili, visto anche la situazione politica che si va delineando, con la forte protesta e insofferenza nei cittadini di molti paesi manifestate alle elezioni e referendum. Concordo invece (e direi ormai purtroppo) con molti economisti (ad es Stiglitz) che, appunto visto lo stato in cui versa l’area euro, sono convinti dell’inevitabilità della fine di questa unione monetaria.

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