martedì 8 marzo 2022

La guerra in Ucraina

 Non c'è nessuna giustificazione possibile a questa guerra insensata e ingiusta verso un paese libero e indipendente. Chi cerca giustificazioni o attenuanti al gesto di Putin non mi trova d'accordo. Detto ciò  dobbiamo analizzare la situazione dal punto di vista razionale.  La posizione dei paesi della Unione Europea non  è stata molto efficace e razionale. La dipendenza dal gas russo negli ultimi anni è ulteriormente aumentata, di fatto considerando Putin un partner commerciale affidabile, dimenticandosi chi è Putin, come gestisce e conserva  il potere in Russia. Pertanto, se ti leghi sempre di più alla Russia per il tuo approvvigionamento energetico, non puoi sorprenderti se sei in posizione debole strategicamente. D'altra parte anche Zelensky, conoscendo chi aveva come vicino di casa, poteva fare una politica più accorta. Molte nazioni europee non fanno parte della Nato, non c'era nessuna necessità impellente di forzare i tempi e la mano, poteva avvicinarsi commercialmente sempre di più alla UE e consolidarsi così all'interno e all'esterno. Vedo molti errori, quindi, da parte dell'occidente che ha sottovalutato Putin, nessuno si aspettava un attacco diretto alla Ucraina, d'altra parte Putin ha ormai alle spalle un lungo periodo di potere e probabilmente sa che non potrà mantenerlo molto a lungo e, quindi, forse ha meno scrupoli e remore nel fare cose che in passato non avrebbe azzardato a fare. Cosa succederà adesso è difficile dirlo e non mi sento così bravo per azzardare ipotesi. Credo che comunque Putin, pur essendo un ottimo calcolatore, forse ha ecceduto in ottimismo e l'atteggiamento verso la Russia, da ora in poi, sarà diverso. Questo tragico evento potrebbe rappresentare un altro momento di riflessione per lo sviluppo futuro della UE. Il covid sembra averci insegnato che non si può evitare di fare una politica economica più integrata e comune nella UE. La guerra potrebbe insegnarci che non si può fare a meno di una politica estera comune e anche di una difesa comune e integrata. Come ho detto più volte, su questo blog, non credo che questo si possa immaginare in UE a 27 membri ma, tale integrazione, debba essere attuata con un nucleo ridotto di paesi più vicini culturalmente ed economicamente.

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