giovedì 18 settembre 2014

Divisi si perde

L’idea che l’unione faccia la forza ovviamente fa parte della saggezza popolare. D’altro canto  gli antichi Romani, con il loro «divide et impera», ci hanno insegnato come dividere il campo avversario sia un ottima strategia per vincere. Senza ricorrere alle lotte di classe di Marx, lo stesso Adam Smith sosteneva che «I padroni, essendo pochi,  possono coalizzarsi più facilmente" (dalla Ricchezza delle nazioni). 
Mi domando allora perché, visto che queste cose sono abbastanza evidenti, la maggioranza dei cittadini  continui a subire una situazione provocata da una serie di scelte scellerate da parte di certe élite. 
Sia chiaro, come ho scritto in altri post, la democrazia è una bella parola ma che nasconde molte insidie. Non sono affatto un populista convinto, cioè che il popolo abbia sempre ragione, credo comunque che, come sosteneva Popper, abbia il diritto e il dovere di scegliersi le élite che lo governano e che, d’altra parte, queste  devono essere soggette al controllo delle istituzioni (buone istituzioni comunque). 
Questa premessa per dire che, in realtà, la stragrande maggioranza della popolazione mondiale ha degli interessi comuni, ovvero  quello di aver diritto a un certo benessere e a un set di diritti fondamentali e, inoltre,  che l’ambiente in cui viviamo e, spero possano vivere i nostri figli, sia preservato e mantenuto. 
Ora io sono profondamente convinto che, dato l’attuale livello tecnologico e di conoscenze, ci siano le condizioni per vivere in maniera  più dignitosa tutti e che si possa proseguire in un miglioramento generale  delle condizioni di vita. Certo ci sono delle grandi differenze  ancora e non si può risolvere tutto in poco tempo ma, mentre vedo favorevolmente con i limiti che dopo dirò, il miglioramento delle condizioni delle popolazioni che fino a qualche decennio fa erano in condizioni di profonda povertà, noto, d'altra parte,  che nei paesi sviluppati si sta rischiando di ridurre le conquiste sociali, ottenute con grandi sforzi, per livellarci verso il basso. 
Come ho detto ci sono dei limiti allo sviluppo, è sbagliato il modello occidentale sinora adottato con un consumo e spreco insensato di risorse, questo modello non può e non deve essere esattamente replicato dai paesi sottosviluppati, dobbiamo insieme, mentre loro crescono, adottare un modello più rispettoso della limitatezza delle risorse e comunque più razionale. Noi dovremmo accettare di ridurre il nostro consumismo insensato, sono certo vivremo meglio e loro, i paesi in via di sviluppo, devono avere la possibilità di raggiungere un livello di vita più che dignitoso senza ripercorre gli stessi nostri errori, pensate solo a cosa era Pechino, città sottosviluppata  ma pulita, e cosa è oggi , in crescita, ma profondamente inquinata. Quello che mi dispiace è che le forze, diciamo "non conservatrici" cioè di coloro che non sono contrari al cambiamento, siano profondamente divise e litighino su questioni secondarie perdendo di vista l'obiettivo comune. Perché su alcune questioni non ci dovrebbe essere una certa convergenza? Non credo che gli interessi di chi riceve il proprio reddito da lavoro  siano così lontani, siano essi imprenditori, dirigenti di azienda, professionisti, impiegati o operai, invece vedo divisioni insensate. Scendo su questioni più concrete, qualcuno giustamente potrebbe sostenere che volo troppo alto, a livello politico ad esempio, tra  Grillini e Pd e anche qualcun'altro, che hanno basi elettorali non diversissime, non si può raggiungere un qualche accordo per delle riforme politiche, economiche e istituzionali che siano più condivise e rappresentino meglio la maggioranza dei cittadini? E come, altro esempio, tra  gli economisti, non smaccatamente liberisti, invece di litigare per dimostrare di essere uno più bravo dell'altro e attaccarsi in continuazione, non sarebbe possibile raggiungere un qualche accordo e fare pressione sulla politica, in particolare europea, per cambiare finalmente queste politiche scellerate che stanno svantaggiando la gran parte dei cittadini? E gli stessi cittadini, invece di combattere tra di loro, europei del nord contro quelli del sud e viceversa, autoctoni contro immigrati, lavoratori privati contro pubblici ecc., non farebbero meglio a combattere il vero nemico, ovvero chi sta cercando di ridurre le nostre conquiste sociali a beneficio dei soliti pochi
Certo, lo  so anch'io che queste considerazioni nascondono forse delle illusioni o sono un tantino naive, ma è che non sopporto l'idea che ci infiliamo in situazioni dolorose evitabili. Faccio solo un esempio, se alla fine della prima guerra mondiale, nella conferenza di pace, si fosse dato ascolto a Keynes, che era contrario ai pesanti pagamenti imposti alla Germania sconfitta, probabilmente (lo so che la storia non si fa con i se e i ma) ci sarebbero state meno opportunità per una salita al potere del partito nazista e tutte le terribili conseguenze successive.
 In conclusione posso dare solo  un consiglio ai pochi cittadini che mi leggono: INFORMATEVI! Con questo intendo dire non solo di leggere i giornali, che spesso sono male informati e di parte, ma libri e anche di andare in Rete e leggere. Le fonti sono tante ma, col tempo, riuscirete a selezionarle e forse le cose, col tempo,  potrebbero sembrarvi più complicate della visione che avete ma, sicuramente, sarete un po più consapevoli che  vi stanno imbrogliando.

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