mercoledì 9 maggio 2018

Che spettacolo desolante

Normalmente dedico pochi post alla attualità politica italiana, che in genere è molto desolante, ma dopo due mesi dalle elezioni, alle quali mi sono astenuto dal votare per mancanza di un partito decente che potesse rappresentarmi, ci ritroviamo con un nulla di fatto e un balletto di dichiarazioni estenuanti e poco edificanti .
Uno degli indiziati è la legge elettorale (Rosatellum). Anche su questo  si dicono molte cose a sproposito. In primo luogo, come ha dimostrato il Teorema di Arrow non esistono leggi elettorali perfette che garantiscano una scelta efficace e allo stesso tempo democratica.
Il proporzionale garantisce, in teoria, maggiore rappresentanza e partecipazione, i sistemi maggioritari o a doppio turno sono più selettivi, ma hanno maggiori probabilità di garantire delle maggioranze. Data la situazione politica attuale, è abbastanza probabile che il maggioritario precedente (Mattarellum) non avrebbe prodotto comunque una maggioranza, probabilmente migliore poteva essere l’esito dell’ Italicum, che comunque è stato indicato come parzialmente non costituzionale. Comunque dal momento che la situazione è questa, anche se questa situazione è stata generata proprio con questa intenzione, la politica deve proprio garantire i necessari compromessi altrimenti con le rigidità non si va da nessuna parte. Il problema è appunto che ci sono troppe rigidità solo in parte comprensibili. Il problema è quindi più che di legge elettorale è in parte di spessore dei partecipanti, e non faccio sconti a nessuno a destra e a “sinistra” (PD), ma anche di contenuti. Infatti la situazione interna è internazionale non concede molte alternative e, soprattutto, molte delle idee propagandate sono illusorie, pericolose, irrealizzabili se non controproducenti.
Partiamo dal fatto che siamo nell’euro e nell’Unione Europea e questo ci pone moltissimi limiti, anche se alcuni non giustificati da nessuna teoria, ma così è. Per prima cosa avemmo bisogno di un governo serio e credibile che si ponga in maniera decisa nei confronti dell’Europa evitando di adottare supinamente provvedimenti che sono a nostro svantaggio. A nostro svantaggio gioca comunque la situazione debitoria, che non ci consente molti margini di manovra e ci pone in balia dei mercati e della BCE.
L’Italia  ha bisogno di alcune cose da fare, e questo ce lo dice la teoria economica più seria, non il liberismo d’accatto. Primo dovremmo avere una burocrazia più efficace, secondo dovremmo riqualificare la spesa senza tagli lineari ma tagliando laddove serve a poco e investire più in ricerca, formazione, maggiore prossimità tra formazione e lavoro, infrastrutture e investimenti pubblici (senza buttare i soldi), conservazione del territorio, valorizzazione del patrimonio artistico e culturale. Sulle pensioni bisognerebbe togliere qualcosa a chi ha avuto troppo rispetto al contributivo, dare maggiore flessibilità in uscita con penalizzazioni ragionevoli cercando di favorire il ricambio generazionale. Sulla sanità si è ridotto molto (probabilmente troppo) ma ancora si possono ridurre gli sprechi e riorganizzare meglio il servizio. Sulle tasse è inutile dirlo la flat tax non risolve niente se non aumentare le diseguaglianze, bisogna reintrodurre un minimo di tassazione sul patrimonio immobiliare, semplificare il sistema fiscale, ridurre le tasse sul lavoro ma solo a patto di un maggior impegno nel recupero della evasione. Aiutare le imprese, soprattutto PMI, a competere nei mercati internazionali, senza esportazioni non andiamo da nessuna parte. Cercare di aiutare di più chi è in difficoltà aumentando il reddito di inclusione ma senza arrivare al reddito di cittadinanza.
Questi sono i capisaldi che dovrebbero essere adottati da qualsiasi governo ragionevole, che tenga in dovuta considerazione la necessità di equilibrare maggior efficienza e innovazione con l’attenzione a quelli che rimangono indietro, e che non si può permettere di sprecare una intera generazione di giovani o farli fuggire all’estero dopo aver speso i soldi per formarli.
Di questo mi aspetterei che parlassero i programmi televisivi e i dibattiti televisivi e sui giornali, piuttosto che l’aria fritta su Di Maio, Salvini e Renzi, come siamo caduti in basso!

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