Di Adam Tooze, storico dell'economia, abbiamo già pubblicato la recensione del suo libro, Crashed, relativo alla crisi del 2008. In questo libro si dedica invece alla crisi economica, sanitaria e sociale a seguito della pandemia del Covid 19. Tale crisi si è rivelata ancor più grave di quella del 2008, circa il 95% delle economie mondiali subì una contrazione o un forte rallentamento, per non parlare degli innumerevoli vittime che ha generato. Tutte le catene del valore del sistema economico vennero infatti colpite duramente.
Il libro ripercorre quindi la storia degli avvenimenti e le reazioni da parte dei governi. La Cina è stata il fattore scatenante da cui è partito tutto, la sua rezione è stata, grazie al suo sistema autoritario, ferma e risoluta non senza errori e conseguenze. Il mondo, in particolare l'occidente, è stato colto molto impreparato da un evento, la pandemia, che comunque poteva essere previsto e che avrebbe necessitato un piano preventivo. Le razioni sono state quindi diverse a seconda dei governi nazionali, con azioni a volte discordanti. Basti pensare solo all'Italia, colpita molto duramente e tra le prime, con all'inizio una sottovalutazione e poi con dei lockdown molto duri ed estesi; con la mancanza anche di dispositivi banali come le mascherine, e con un sistema sanitario frammentato, dove anche le regioni con una sanità migliore, Lombardia, hanno dimostrato la fragilità delle strutture pubbliche, avendo avvantaggiato nel corso degli anni le struttre private, ovviamente in sistuazione anche peggiori erano le strutture sanitarie del sud. Comunque non è andata meglio in molti paesi, vedi gli USA, con Trump che ha sottovalutato il problema in molte situazioni e con una sanità privatizzata. Oltre al problema sanitario vi è stato il problema economico, cioè sostenere una economia che era bloccata, migliaia di persone a rischio indigenza a causa della mancanza di lavoro ad esempio nei trasporti, turismo, ristorazione, ecc. Memori degli errori compiuti nel 2008 le reazioni questa volta sono state più rapide. Davanti al collasso imminente, le banche centrali e i governi hanno adottato misure senza precedenti: tassi quasi a zero, acquisti massicci di asset, salvataggi e garanzie, stimoli giganteschi di trilioni di dollari che hanno appesantito il debito delle nazioni, anche in questo caso le cifre messe in campo dagli USA (da Biden piuttosto che Trump) furono ben maggiori di quelle europee che comunque alla fine varò il Next Gen recovery plan di cui l'Italia è stata una delle maggiori beneficiarie.
Tooze evidenzia come la globalizzazione, le catene del valore internazionali, da punto di forza si sono rivelate un punto di estrema debolezza invece. Inoltre, sono emerse maggiormente le differenze e le diseguaglianze tra di chi ha potuto continuare a lavorare anche da remoto con chi, sopratutto nelle fasce più deboli, ha dovuto subire pesanti perdite economiche solo parzialmente compensate dagli aiuti. Ancor piu della crisi del 2008 questa crisi pandemica ha dimostrato la importanza dello Stato e del suo intervento, della sanità pubblica, degli interventi massicci per salvare la economia e farla riprendere, un ulteriore colpo al mainstream del liberismo e ha mostrato la vulnerabilità delle catene globali. Questa crisi ha dimostrato la interdipendenza globale che merterebbe un coordinamento migliore su tanti aspetti che non c'è. La crisi ha anche ribadito la importanza della Cina come player mondiale, nel bene e nel male. Purtroppo tale crisi difficilmente sarà isolata, siamo in un mondo complesso interconnesso dove un battito d'ali a Pechino causa un uragano a New York. Abbiamo forse capito che il mercato non è la soluzione, abbiamo capito la importanza delle politiche nazionali e statali ma, a parte una reazione più rapida e incisiva rispetto al 2008, non siamo ancora abbastanza forti e resilienti come dovremmo essere. Un libro interessante che mi ha fatto rivivere i momenti angoscianti della pandemia e che vale la pena ricordare come monito.
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