Quello di oggi è un libro di Yanis Varoufakis, economista greco che insegna negli Stati Uniti e di cui abbiamo parlato in varie occasioni in questo blog, in particolare qui. Recensisco questo libro, non nuovissimo (2012), perchè comunque Varoufakis, per quanto si possa essere d'accordo o meno con le sue tesi, scrive bene, in modo chiaro e piacevole, nei suoi libri ci sono sempre interessanti richiami alla mitologia greca, come in questo caso, e comunque il suo punto di vista non è mai banale.
Il libro contiene molte cose ma se vogliamo il tema principale è: come fare a mantenere il sistema economico generale in equilibrio e quindi a riciclare le eccedenze che si creano. Il problema della stabilità del sistema economico globale ed evitare il rischio di depressioni globali era uno dei principali crucci di Keynes. La crisi del '29 aveva portato alla fine del sistema di cambi fissi con l'oro (Gold Standard) a cui erano seguite svalutazioni competitive nella speranza delle nazioni di evitare la crisi depressiva che invece avevano esacerbato la crisi. Quando si presentò l'occasione di rifondare il sistema economico globale a Bretton Woods Keynes, che aveva le idee chiare, propose un sistema di cambi semi fissi affiancato da una moneta internazionale, bancor, con la creazione di alcune istituzioni che avrebbero dovuto finanziare i paesi in deficit e nel contempo colpire quelli in eccessivo surplus con inoltre un sistema di finanziamento degli investimenti (FMI, e Banca Mondiale). Le idee rivoluzionarie e anche scioccanti di Keynes sorpresero gli intervenuti ma non furono adottate, se non in parte. La guerra l'avevano vinta gli americani e quindi vinse il piano White che metteva al centro il dollaro, unica moneta ad essere agganciata stabilmente all'oro, con le altre monete con dei cambi fissi che potevano essere modificati in certe circostanze.
Il piano che Varoufakis definisce globale comunque funzionò bene all'inizio, perchè gli Stati Uniti erano gli esportatori globali sfruttando la domanda dei paesi distrutti dalla guerra, ma riciclavano le eccedenze anche con il piano Marshall reinvestendo nei paesi occidentali e il Giappone che cominciarono così un percorso di ripresa economica. Ma questo sistema non era un sistema automatico di riciclo delle eccedenze e funzionò fino a che gli Stati Uniti erano in surplus commerciale. Con il passare del tempo i paesi usciti dalla guerra divennero esportatori, in particolare Germania e Giappone, e gli Stati Uniti passarono da paese in surplus a paese in deficit commerciale con anche un debito pubblico in crescita a causa della guerra del Vietnam. Questa situazione di debolezza del dollaro portava il cambio fisso con l'oro ad essere sottovalutato e, quando qualcuno, la Francia, provo a forzare la mano per cambiare dollari svalutati con oro, Nixon sospese definitivamente il sistema, era la fine del cosiddetto Piano Globale.
A questo sistema si sostituì quello che Varofakis chiama Minotauro Globale. Infatti la figura mitologica del Minotauro, mezzo uomo e mezzo toro, si nutriva di giovani vittime che le venivano offerte per sfamarlo, come metafora del sistema in cui i surplus dei paesi sviluppati occidentali alimentavano gli Stati Uniti. Il sistema funzionava perchè i surplus commerciali degli altri paesi, recentemente anche la Cina, venivano reinvestiti nel sistema finanziario e industriale americano. Questo nuovo precario equilibrio funzionò per un certo tempo provocando la crescita della finanza e delle speculazioni finanziarie che, come sappiamo, si è trasformata nella terribile crisi del 2008. Il libro prosegue con una descrizione della crisi del 2008 e quindi con la conseguente crisi in Europa e le varie vicende della zona euro, che ha visto come protagonista la Grecia e che l'autore tratta in maniera dettagliata nel libro citato all'inizio.
Nel finale si domanda se si intravede qualche cosa che possa sostituire il meccanismo del Minotauro Globale, ora azzoppato dalla crisi del 2008, ma a questa domanda non c'è risposta in questo sistema dove la Cina sta assumendo un ruolo rilevante.
Nessun commento:
Posta un commento