Il libro che recensisco oggi è di Daron Acemoglu, professore di Economia al MIT di Boston e James A. Robinson che insegna alla Harris School della Università di Chicago. Del primo abbiamo gia recensito qui e qui altri due libri.
Il libro parte dalla filosofia di Hobbes per cui, per evitare la guerra tra gli uomini (Homo hominini lupus), era necessario un potere dispotico il cosiddetto Leviatano. L'altra forza che gli autori considerano è quella della società, questo potere può controbilanciare il potere del Leviatano, cioè lo Stato, creando il cosiddetto Leviatano incatenato, questa è la configuazione delle democrazie dove i due poteri si bilanciano. Esiste un altro meccanismo che gli autori espongono, con una citazione letteraria da Alice nel paese delle meraviglie, la coisddetta Regina Rossa cioè, visto che le situazioni economiche e sociali si modificano, Stato e società devono adattarsi di pari passo per evitare che l' equilibrio si modifichi.
La strettoia è lo stretto corridoio di equilibrio tra potere dello Stato e della società che conduce alla democrazia, stretto perchè è difficile imboccarlo e facile uscirne. Il libro quindi è un lungo elenco di storie di evoluzione politica e istituzionale di svariati paesi che vengono portati ad esempio dei vari equilibri che si creano tra le due forze in gioco.
Vengono quindi elencate le storie dei paesi che sono riusciti ad arrivare al Leviatano incatenato, cioè laddove la societa è riuscita a imbrigliare il potere dello Stato, in questa fattispecie rientrano principalmente le democrazie occidentali. Esistono molti casi invece dove predomina il Leviatano dipostico, dove la forza dello Stato domina sulla società, gli esempi non mancano, ad esempio la Cina, dove la tradizione di autoritarismo non è mai riuscita a far emergere una forma di democrazia. Abbiamo poi casi di Leviatano assente, cioè dove non si creano le condizioni per la costruzione di un vero Stato abbastanza forte, situazioni che degenerano spesso in forme di dipotismo. Infine, viene citato il caso del Leviatano di carta, vedi ad esempio Argentina, dove anche esiste uno Stato e una burocrazia, ma è un potere vuoto incoerente e disorganizzato e spesso assente in alcune aree del paese. Il libro è quindi una dettagliata storia di molti paesi con le loro caratteristicche e le loro traiettorie che li hanno portati alla configurazione attuale. In particolare viene dato rilievo allo state-building negli Stati Uniti, dove il Leviatano è incatenato con una Costituzione che mantiene debole lo Stato federale, un compromesso che ha funzionato ma ha portato ad uno sviluppo squilibrato. Un altro caso interessante è l'India dove abbiamo una democrazia, grazie a una lunga storia di partecipazione popolare, ma una democrazia problematica e frammentata resa debole dal sistema delle caste. Entrare o uscire dalla strettoia dipende da molte circostanze, storiche ed economiche, un esempio è la caduta della Repubblica di Weimer per motivi strutturali ma anche economici.
Per gli autori non ci sono regole generali per entrare nel corridoio che porta al Leviatano incatanato, dipende da molti fattori, storici, strutturali, economici e sociali che dipendono fortemente dal contesto locale. Sicuramente una condizione per il mantenimento nella strettoia è una società in grado di mobilitarsi per rispondere efficacemente alle variazioni economiche e sociali, per questo gli autori danno enfasi alla tutela dei diritti dei cittadini contro tutte le minacce dello Stato.
Un libro molto interssante e ovviamente ricco di informazioni storiche su uno spettro molto ampio di nazioni. A mio parere il voler raccogliere così tanti esempi lo rende sicuramente più completo ma lo rende poco scorrevole e faticoso da leggere. Sicuramente questo libro può essere considerato una continuazione di quanto viene riportato nell'altro libro: Perchè le nazioni falliscono.
Alcune considerazioni sulla teoria esposta, sicuramente è una teoria interessante, non del tutto nuova, ma piuttosto approfondita. Come tutte le teorie cerca di trarre conclusioni sintetiche da un modello semplificato del funzionamento della società. A mio parere quello che manca, in parte, nella loro teoria è un elemento molto importante, ovvero il potere delle èlite economiche, finanziarie e tecnologiche, che io nei miei post ho definito come potere del mercato, vedi ad esempio qui. In effetti nel corso del libro il loro ruolo delle èlite viene evidenziato, ad esempio delle èlite latifondiste, che sono state spesso un freno allo sviluppo democratico della società, o le èlite coloniali che hanno condizionato lo sviluppo di molte nazioni ex-colonie. Inoltre, in questo momento sono molto forti le èlite tecnologiche, i grandi player come Google, Facebook, Amazon ecc., e come evidenziato da Acemoglu nel suo libro Power and Progress le scelte tecnologiche, molto importanti nel modellare la evoluzione della società, sono definite dalla visione dominante e tendono a rinforzare il potere e lo status di coloro che stanno modellando la traiettoria della tecnologia. Quindi manca nel libro una evidenziazione di una componente importante nella evoluzione di una nazione, cioè il potere del mercato e delle èlite di qualsivoglia natura. Nel libro mancano alcune indicazioni sulle modalità per avere una società pronta a mobilitarsi. Su questo punto penso che molto si potrebbe fare sul piano istituzionale aumentando le possibilità dei cittadini di partecipare alla politica, superando il mero sistema elettorale rappresentativo, che sta mostrando i suoi limiti per effetto del sistema di cattura esercitato dalle lobby economiche, aumentando anche le possibilita e modalità dei cittadini di aggregarsi ed esprimere le proprie opinioni. Infine, dando maggiore visibilità e potere alle organizzazioni come le ONLUS sociali e recuperando il ruolo dei sindacati.
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