Yanis Varoufakis è un economista di nazionalità greca che ha insegnato a lungo nelle università americane. In questo libro racconta, con dovizia di particolari, il periodo in cui è stato Ministro delle Finanze della Grecia nel 2015, fino a luglio. Eletto nelle file del partito Syriza, che vince le elezioni nel 2015, partecipa quindi al primo governo preseduto da Alexis Tsipras, il suo principale mandato era di trattare con le istituzioni europee e FMI per rivedere i termini del debito greco generato dai due maxi salvataggi del 2010 e del 2012, di cui ben poco arrivò ai greci perché in buona parte servi a salvare i conti delle banche tedesche e francesi (che avevano allegramente prestato i soldi alla Grecia prima della crisi).
Il libro è una moderna tragedia greca, i protagonisti sono, oltre a Varoufakis: il Primo Ministro Tsipras, il Ministro delle Finanze della Germania Wolfgang Schauble, il presidente del Eurogruppo, Joren Dijselbloem, il capo del FMI Christine Lagarde, il capo della BCE Mario Draghi, e tutto l'establishment europeo e internazionale. Impossibile fare una sintesi del libro, in cui si rivelano i retroscena degli incontri in sede europea e ai vertici delle istituzioni greche, tra tutti solo ad esempio cito uno degli episodi più evidenti della forza del' Eurogruppo e di Schauble e della debolezza della Commissione Europea. L'episodio è quello in cui Pierre Moascovici, commissario europeo agli affari economici, propone a Varoufakis una bozza di comunicato dell'Eurogruppo che accoglie alcuni emendamenti da lui proposti che ritiene possa essere senza dubbio approvato. Quando però si incontrano nell'ufficio di Joren Dijsselbloem, presidente dell'Eurogruppo e uomo di Wolfgang Schauble, questo lo umilia non prendendo minimamente in considerazione il documento del commissario.
La posizione sostenuta da Varoufakis con tenacia in tutte le riunioni e incontri è quella che il debito greco era insostenibile e quindi andava prevista una sua ristrutturazione e, inoltre, proponeva una serie di misure correttive a quelle previste dalla Troika (UE, FMI, BCE) che di fatto avevano già aggravato la situazione economica della Grecia portando alla miseria molte persone. Quella di Varoufakis era una posizione economicamente sensata e ragionevole cercando di venire incontro alle proposte della Troika evitando però le condizioni peggiori previste. Di fatto, nel corso del libro, Varoufakis racconta di aver avuto incoraggiamenti e approvazioni da parte di molti delle istituzioni europee e internazionali alle sue proposte ma senza ottenere alcun appoggio concreto nei fatti. La crisi greca e del suo salvataggio era, in realtà, un problema politico piuttosto che economico, non si poteva cedere alle richieste della Grecia per evitare di creare un pericoloso precedente all'interno dalla UE, ciò rifletteva la posizione dura e intransigente (e vincente) di Schauble disponibile nei fatti a dare solo due alternative alla Grecia: accettare le condizioni imposte o uscire dalla eurozona. L'epilogo della storia è noto, Tsipras propone ai greci un referendum per accettare o meno gli accordi che prevedevano ulteriore austerità e misure draconiane. Il referendum segna la vittoria dei no con oltre il 60% ma Varoufakis la sera stessa dei risultati da le sue dimissioni perché e' ormai chiaro che Tsipras, ormai stanco, ha deciso di arrendersi e accettare le condizioni imposte con una nuova maggioranza parlamentare. Come fa notare Adam Tooze nel libro Crashed, a sfavore della posizione di Varoufakis giocano due fatti, il primo sono le mosse di Draghi, che avevano difeso l'euro e rafforzato la BCE, che diminuiscono le paure del contagio di un eventuale uscita della Grecia dall'eurozona e quindi indeboliscono la posizione negoziale della Grecia, l'altro aspetto è che il Primo Ministro greco non mette mai in atto nessuna delle minacce che Varoufakis gli suggerisce in tutto il periodo di permanenza al Ministero delle Finanze.
Il libro è scritto dal punto di vista Varoufakis ma credo che sia abbastanza vicino alla realtà dei fatti. E' un libro molto interessante e istruttivo, anche se forse un poco troppo lungo; comunque leggendolo viene rabbia e sconcerto nel vedere come alla fine in Europa abbiano prevalso le posizioni più ottuse, infliggendo inutili e pesanti costi al popolo greco e dimostrando, se ancora ce ne fosse bisogno, come le istituzioni tecnocratiche europee prevalgano sulle opinioni popolari e sulla democrazia, poi certo non c'è da sorprendersi se nelle nazioni europee avanzino i partiti e le formazioni sovraniste.