Dunque è stata varata la manovra economica del governo Draghi da 30 miliardi. La manovra è equilibrata o meglio ecumenica, cerca di non scontentare nessuno con un impianto le cui linee sono quelle del premier, un economista preparato non troppo sbilanciato a destra o a sinistra. Vediamone i capitoli. Pensioni, da un contentino evitando un nuovo scalone con quota 102 che è il massimo che poteva concedere con buona pace di Salvini e dei sindacati, con un fondo per le PMI in crisi e lasciando l'opzione donna. Taglio fiscale 8 miliardi non troppo ne troppo poco, da capire i dettagli. Rifinanzia il reddito di cittadinanza, che va bene ai 5 stelle, con alcune restrizioni e modifiche, d'altra parte come ho già detto il RDC è una misura giusta che andava introdotta anche se non è stata congeniata bene. Bonus case, proroga solo per i condomini e limiti per le villette, giusto tutto sommato è una misura fin troppo generosa e troppo onerosa per lo Stato, i soldi si possono spendere meglio. Confermati e rifinanziati i bonus per gli investimenti 4,0 legge Sabatini, ovviamente ok; come pure i soldi per la sanità, ci mancherebbe! Ci sono anche giustamente 860 milioni per il fondo clima, e finalmente un finanziamento e l'assunzione nella PA (in tutto 1,8 miliardi). Quindi nel complesso una buona manovra, si vede che c'è la mano di Draghi. Mi aspettavo di più per i giovani (solo sconto sugli affitti) mentre si poteva fare di più (vedi proposta Calenda su riduzione fiscale per i giovani), manca molto sulla formazione, siamo un paese con pochi laureati si potrebbero detassare di molto le tasse universitarie per le lauree tecnologiche e scientifiche che ci servono, se vogliamo affrontare un futuro dove la componente tecnologica conta moltissimo. Non vedo niente sui ITS (Isitututi Tecnici Superiori) che sono stati introdotti ma sono ancora pochissimi rispetto alle potenzialità, soprattutto in termini di occupazione, che avrebbero. Manovra complessivamente promossa anche se si poteva osare di più (forse mancano le condizioni politiche).
Passiamo al G20, grande successo? Si e no. Sicuramente si dal punto di vista organizzativo, per la visibilità italiana e del nostro premier, che ha fatto un ottima figura. I risultati ni, sul clima un piccolo passo avanti ma senza impegni precisi e stringenti, si è sentita la mancanza di Cina e Russia, questi meeting sono belli mediaticamente ma non eccessivamente utili, sarebbe preferibile un faccia a faccia tra USA, UE e Cina e se vogliamo la Russia e Giappone (per motivi geopolitici). Comunque che ci piaccia o no alcuni temi come clima e tassazione delle grandi corporation vanno risolti con accordi internazionali e con pochi attori. Sul clima si è preso atto della importanza ma fintanto che i disastri non peggioreranno non si farà il necessario. Purtroppo come ha insegnato la II guerra mondiale solo le grandi crisi generano grandi sforzi che consentono di ottenere risultati possibili ma solo grazie alla cooperazione e coordinazione. Infine, un discorso sulla leadership, se ne va la Merkel, molto brava sul piano interno meno su quello internazionale, non dimentichiamoci il casino generato da lei e Sarkozy sulla crisi greca che risolse poi appunto Draghi. Comunque le leadership politiche di alto livello mancano, e il fatto che alla fine giganteggiano figure semi tecniche come Draghi la dice lunga sulle difficoltà della politica. Purtroppo la democrazia non vive un gran momento, la crisi del sistema capitalistico con l'esacerbarsi delle diseguaglianze ha creato fasce di popolazione scontente che finiscono per aggrapparsi alle frange populiste per mancanza di visione delle sinistre tradizionali, che ormai rappresentano più le élite intellettuali che il popolo. Servirebbe una politica forte, meno prona agli interessi delle grandi corporation e del mercato, che ristabilisse il primato del benessere della maggioranza e della etica civile che il mercato e il capitalismo non possono fornire.
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