Il libro di Kate Raworth, docente a Oxford, parte dal concetto molto intuitivo della ciambella, ovvero che l’economia dovrebbe porsi all’interno di due limiti, uno inferiore di benessere sociale al di sotto del quale non si dovrebbe trovare nessun essere umano e uno superiore dettato dai limiti ecologici di sfruttamento della nostra terra.
Il libro si sviluppa secondo 7 capitoli o
mosse per l’autrice. I primi capitoli sono
di critica agli obiettivi e ai metodi della economia “mainstream”, troppo
legata alla misura e crescita del PIL, a una visione troppo razionale dell’uomo,
alla preminenza del mercato sul sociale, con una eccessiva e malriposta fiducia
nei mercati finanziari.
Un intero capitolo è dedicato alla critica alle teoria
economia attuale troppo condizionata da schemi meccanicistici e dall’equilibrio,
mentre i sistemi economici sono dinamici ed estremamente complessi e
interdipendenti, pertanto gli economisti dovrebbero trovare nuovi spunti dalle
nuove teorie dell’analisi dinamica e dei sistemi complessi.
Nella seconda parte
cerca di delineare alcune soluzioni per cambiare le cose, dalla riprogettazione
del sistema monetario e soprattutto nel passaggio da una produzione degenerativa
ad un una “circolare” ovvero rigenerativa. Infine, nell’ultima parte, pone il
dilemma, non risolto, se è possibile una crescita sostenibile (verde) o bisogna
pensare a smettere di crescere, in quanto la crescita infinita è incompatibile
con il grado di sopportazione del mondo vivente.
Complessivamente è un libro che si
legge bene, pieno di spunti interessanti anche se spesso infarcito di informazioni e citazioni che non vengono approfondite,
per questo alla fine il libro non mi ha lasciato completamente soddisfatto.