Riporto
di seguito alcuni frasi tratte dal libro Esortazioni
e profezie, raccolta di scritti di J.M.Keynes e in particolare dal brano: Collasso dei valori monetari e le conseguenze
sul sistema bancario, scritto nel
1931 nel periodo della grande depressione.
Esiste
al mondo una quantità enorme di beni reali che costituiscono il nostro capitale:
case, scorte di merci, ecc.. Per entrarne in possesso tuttavia i proprietari
nominali non di rado hanno preso in prestito denaro. Finanziamento che avviene attraverso
il sistema bancario che frappone la sua garanzia fra i depositanti ed i
prenditori di fondi. Il frapporsi di questo schermo in denaro fra il bene reale
e il proprietario di ricchezza è una caratteristica peculiare del mondo
moderno.
Un
mutamento del valore del denaro può sconvolgere le posizioni di quanto vantano crediti
in denaro o sono debitori di denaro. Infatti una caduta dei prezzi […] significa
trasferimento di ricchezza dal debitore al creditore.
Quando
il deprezzamento dei beni termini reali
in termini monetari riamane contenuto all’interno di percentuali convenzionali
le banche non se ne preoccupano troppo.
La
inflazione […] non ha nulla di minaccioso per le banche poiché aumenta l’entità
dei loro “margini”.
Negli
ultimi mesi […] il deprezzamento ha superato in moltissimi casi l’entità dei
margini convenzionali. Finché la banca mantiene un atteggiamento di serena
attesa di tempi migliori e ignora il fatto che la garanzia di gran parte dei
suoi prestiti non ha più il valore che aveva al momento della concessione non si
crea motivo di panico
Ciò
nonostante anche a questo stadio la posizione di fondo può aver effetto assai negativo.
Le
banche infatti sapendo che molti capitali da loro anticipati sono di fatto “congelati”
e che comportano un rischio latente superiore a quello che sono disposte a
sostenere, si preoccupano di tenere in forma più possibile liquida e libera da
rischi il resto della loro disponibilità.
Il
che […] significa che le banche sono meno disposte a finanziare progetti che
comportino immobilizzo delle loro risorse.
I
crediti e gli anticipi che le banche hanno concesso a fini imprenditoriali,
sono nelle condizioni peggiori . Qui la garanzia principale è costituita dai
profitti correnti o previsti […] ma per
molte categorie di produttori […] non esistono profitti bensì solo prospettive
di insolvenza.
Una
flessione dei valori monetaria grave come quella che stiamo registrando
minaccia la solidità di tutta la struttura finanziaria. Banche e banchieri sono
per loro natura ciechi. Un “bravo” banchiere non è colui che prevede il
pericolo e lo evita ma colui che quando va in rovina, ci va nel modo più tradizionale.
Il
capitalismo moderno si trova di fronte ad una scelta: o aumentare i valori
monetari riportandoli verso i livelli precedenti oppure al diffondersi di
insolvenze e fallimenti con il collasso di gran parte delle struttura
finanziaria.
Che
dire considerato che queste cose sono state scritte più di 80 anni fa sono
proprio “profetiche” sulla attuale situazione bancaria italiana.
Qualche
commento:
Come
si vede queste cose sono note da molto tempo e quindi potevano essere previste
per tempo da una classe dirigente più preparata ed avveduta;
2Certo
essere nell’euro ci consente minori margini di manovra (ad esempio sul cambio)
però si poteva e doveva intervenire prima, soprattutto della introduzione della
norma del “bail-in” per salvare ( e in questo caso intendo nazionalizzare) alcune
banche;
3Le
politiche di austerity di Monti con il loro inasprimento fiscale erano dirette,
in mancanza di svalutazione monetaria, a risolvere il problema della bilancia
dei pagamenti, ma hanno dato un ulteriore botta ai consumi e quindi messo in
ancor maggior difficoltà le imprese e di conseguenza le banche. Pur capendo l’obiettivo
della bilancia pagamenti si doveva evitare una così massiccia dose di austerità
e ci dovevamo allegramente fregare dei limiti del deficit, tanto una volta che
massacri il PIL anche il rapporto debito/PIL peggiora come infatti è stato.
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