Quelle
che sotto riporto sono frasi tratte dal libro Socialismo Liberale di Carlo
Rosselli.
Il problema italiano è essenzialmente problema di libertà.
Senza
conoscenze emancipate, nessuna possibilità di emancipazione delle
classi.
La libertà inizia con l’educazione dell’uomo e
si conclude con il trionfo di uno Stato….in cui la libertà di ciascuno è
condizione e limite della libertà di tutti.
L’italiano medio oscilla ancora tra l’abito servile e la rivolta anarchica.
Il concetto della vita come lotta e missione, la nozione di libertà come dovere
morale.
Gli italiani hanno più spesso l’orgoglio della loro persona che della loro
personalità.
La lunga serie di governi paterni hanno esentato, per secoli, gli italiani dal
pensare in prima persona.
Gli italiani sono pigri moralmente, c’è in loro un fondo di scetticismo e «macchiavellismo» di basso rango che gli induce a
contaminare irridendoli tutti i valori.
L’intervento del Deus ex machina risponde sovente ad una loro necessità
psicologica.
La nostra storia non offre sinora nessuna rivoluzione di popolo.
In tutte le epoche della sua storia il popolo italiano ha sprigionato dal suo
seno punte altissime, solitarie e inaccessibili: minoranze eroiche…., ma non ha
mai saputo realizzare se stesso.
La stessa lotta per la indipendenza fu opera di una minoranza, non passione di
popolo.
Se gli uomini non hanno né senso di dignità ne quello della responsabilità, se
non sentono la fierezza della loro autonomia, se non si sono emancipati nel
loro mondo interiore non si fa il socialismo (nota mia qui direi il progresso di
una società).
E’ innanzitutto un problema di educazione morale.
L’abitudine a considerare il problema economico come il problema
chiave, il problema determinate e a misurare tutti i valori in termini
utilitari fa si che sfuggano i valori profondi e permanenti.
La cultura non è borghese, né proletaria.
La cultura ….di una nazione è un patrimonio di valori che trascende il fenomeno
economico della classe.
La straordinaria complessità e intensità della vita del mondo moderno, dove
continuo è l’alternarsi delle posizioni, delle scuole, dei metodi, dove
rapidissimo è il logoramento di credenze ritenute
incontrovertibili.
Alcune brevi considerazioni, il testo è stato scritto negli anni ‘30 e
pubblicato in francese, solamente nel dopoguerra pubblicato in italiano. Nelle
prima parte è un critica al socialismo massimalista e marxista, mentre i brani
sopra riportati fanno parte delle conclusioni finali. A dispetto degli anni
trascorsi queste considerazioni
rimangono ancora in buona parte
condivisibili. Forse il giudizio sugli italiani è troppo tagliente, ma è ancora
profondamente vero che gli italiani spesso aspirino a cercare il deus ex
machina (leaderismo personalistico) che sovente è solo un arringatore di popolo
(Berlusconi, Grillo ecc.) e che non siamo stati mai in grado di fare una
rivoluzione.
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