Steve
Keen, economista australiano che insegna Economia alla Kingston University, è
un economista controcorrente impegnato a combattere contro il mainstream
economico. Nella prima parte del libro critica i suoi colleghi economisti
incapaci di prevedere la crisi perché ignorano alcuni aspetti fondamentali presi in considerazione da economisti ”eterodossi”, come H. Minsky, in particolare
la importanza e il ruolo del debito privato in un economia capitalistica.
Critica, inoltre, l’approccio microeconomico alla macroeconomia che non coglie la
complessità: fenomeni a livello macro non possono essere estrapolati dai comportamenti
micro. Pertanto bisognerebbe partire da alcune proposizioni macroeconomiche,
che sono indubbiamente vere, per costruire un modello che può essere più
realistico e che spieghi i cicli economici (endogeni).
In
particolare il debito gioca una ruolo fondamentale nella crisi, in quanto più
volatile del PIL, quando il tasso di crescita del debito precipita inizia la
crisi, a supporto di tale tesi mostra i dati degli USA negli anni precedenti la
crisi.
Successivamente
illustra la importanza della moneta e del circuito bancario nella creazione del
credito. Il nesso causale corretto è quello che va dal credito e porta alla disoccupazione
e all’aumento della spesa pubblica e non il viceversa. Il credito infatti
sostiene il livello della domanda e del reddito. Dimostra anche come le colpe
della crisi di debito innescate da politiche sbagliate finiscano per cadere
erroneamente sulle spese governative che sono invece l’effetto. Mostra inoltre che
attualmente molti paesi trovano con livelli di debito privato molto alti (tra
cui la Cina).
Le
conclusioni sono piuttosto pessimistiche, risolvere tali situazioni non è
semplice tenuto conto anche dello stato del pensiero economico, come possibili
rimedi cita l’aumento del offerta di moneta che riduce indirettamente il peso
del debito o, ancor più difficile, una riduzione diretta del debito.
Il
libro è molto interessante e di piuttosto facile lettura (mentre il suo Debunking economics , vedi post dedicato, è molto più complesso), comunque rilevo che evidenzia poco il legame
tra l’aumento della diseguaglianza e la la riduzione dei redditi da lavoro con
l’aumento indotto del debito.