Il libro che recensiamo è del
premio Nobel per l’economia J. Stiglitz, autore di molti saggi di successo.
Il tema del libro è la diseguaglianza, “la
frattura”, tra i ricchi e i poveri. In particolare l’autore nel libro mostra
come, negli ultimi tempi e anche dopo la crisi, il divario di ricchezza tra
quelli in cima alla piramide e gli altri
si stia divaricando sempre di più; questo non è avvenuto per cause naturali ma anche
a causa delle politiche liberiste degli
ultimi anni che hanno creato un “capitalismo truccato”, politiche che, secondo
l’autore, devono essere profondamente cambiate. Come conseguenza sta morendo,
nei paesi occidentali avanzati ed in particolare negli Stati Uniti, la classe media che si era formata e
accresciuta dal dopoguerra sino agli inizi degli anni ’80, inoltre si allarga
sempre di più la platea della povertà. Questo non è solo un problema di
giustizia sociale ma compromette anche il funzionamento della economia,
mancando una classe che consentiva di mantenere alti i consumi, mentre la
concentrazione di ricchezza alimenta le speculazioni finanziarie e le bolle.
Il problema di fondo per l’autore
è che : « il capitalismo può essere il migliore sistema del mondo ma nessuno ha
mai detto che avrebbe creato stabilità […] la regolamentazione e la vigilanza
governative rappresentano una componente essenziale di un economia di mercato
ben funzionante».
Il libro è pieno di spunti interessanti ed essendo
una raccolta di articoli è scritto per il grande pubblico, che è anche il limite
di questo saggio, infatti, trattandosi di articoli, spesso i temi sono ripetuti
e manca forse una visione d’insieme, anche se resta un libro che vale la pena
di essere letto.
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