In questo libro, il giornalista britannico Nicholas Wapshott, ripercorre la storia di un secolo di idee economiche ma anche delle sottostanti vicende storiche mondiali. Si parte dall’inizio degli anni ’20, dove Keynes diventa subito famoso per i suoi libri polemici, uno contro gli accordi di pace al termine della prima guerra mondiale che impongono pesanti pagamenti alla sconfitta Germania da parte degli alleati, grave errore gravido di funeste conseguenze per Keynes che profetizza, con successo, la ascesa del nazismo. L’altro suo pamphlet polemico è contro Curchill e la sua politica di aggancio della sterlina all’oro che, anche qui a ragione, Keynes pronostica provocherà una grave recessione economica. Solo più tardi incomincia a farsi sentire Hayek, molto più giovane e sconosciuto, criticando Keynes in merito al suo libro sulla moneta (Trattato sulla moneta). La polemica tra i due è pesante e si trascina a lungo, ma quando esce il capolavoro di Keynes, La Teoria generale, il suo successo tra i giovani economisti e nel pubblico sancisce, per un lungo periodo, la sconfitta e il silenzio di Hayek. Solo nel dopoguerra e dopo la morte di Keynes riprende l’interesse per Hayek, che diventa famoso per il suo libro La via verso la schiavitù e ottiene anche il premio Nobel per l’economia. Le sue idee ispireranno le politiche neoliberiste da parte di Reagan e soprattutto della Tachter, grazie anche al contributo della scuola di Chicago e di Friedman. La crisi del 2008 però segna un ritorno dell’interesse e alla applicazione delle politiche keynesiane che erano state mandate in soffitta dalla stagflazione degli anni ‘70. In definitiva un libro ricco di informazioni, aneddoti e citazioni, che ricostruisce con chiarezza e capacità espositiva un lungo periodo storico di idee economiche e politiche. L’autore nei giudizi mantiene un grande equilibrio sui due rivali anche se dalla narrazione appare evidente che, da un punto di vista strettamente del pensiero economico, l’eredità di Keynes è senza dubbio maggiore del rivale.
Le idee degli economisti e dei filosofi politici, tanto quelle giuste quanto quelle sbagliate, sono più potenti di quanto comunemente si creda. In realtà il mondo è governato da poco altro. Gli uomini pratici, che si ritengono completamente liberi da ogni influenza intellettuale, sono generalmente schiavi di qualche economista defunto. John Maynard Keynes
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