Il libro che recensiamo oggi è Cattivi samaritani (Università Bocconi Editore) dell'economista, di origine coreana, Ha-Joon Chang che insegna economia dello sviluppo a Cambridge, allievo del premio Nobel Joseph Stiglitz. Chi sono i cattivi samaritani per l'autore? Sono i paesi sviluppati, quelli occidentali e non solo, che vorrebbero imporre spesso le idee neo-liberiste ai paesi sottosviluppati come medicina per emergere dalla povertà. In realtà, come dimostra l'autore, sembra che questi paesi industrializzati soffrano di amnesie storiche. Infatti l'economista, con una ricostruzione storica accurata, mostra come tutti i paesi sviluppati, a partire dall'Inghilterra e per continuare con gli Stati Uniti, hanno per lungo tempo condotto politiche protezionistiche, ad esempio dazi e altro, per proteggere le loro industrie; riprende, a questo proposito, la metafora dell'economista tedesco dell'800 List che accusava proprio l'Inghilterra, dopo essere salita nel sentiero dello sviluppo industriale, di tentare di "buttar giù la scala" per non permettere agli altri di svilupparsi.
Oltre ai dazi e politiche protezionistiche, l'autore cita come sia stato importante l'intervento dello Stato in tutte le storie di sviluppo, anche le più recenti come la sua stessa Corea e come nella protezione dei brevetti, gli stessi Stati Uniti, siano stati in passato molto meno rigidi. La storia dimostra, quindi, come le economie si siano sviluppate in maniera del tutto opposta da come tentano di dimostrare, con le loro raccomandazioni, il FMI o la Banca Mondiale. Nella parte finale del libro cerca anche di smontare le teorie che tentano di spiegare i ritardi in termini culturali portando, ad esempio, alcune affermazioni che nel passato attribuivano di incapacità culturali popoli e nazioni,ad es. la Germania, che invece sono oggi delle potenze economiche.
In conclusione un libro molto interessante e anche piacevole da leggere per comprendere come effettivamente funzioni l'economia dello sviluppo.
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