...come noi li rimettiamo ai nostri debitori", questa frase del Padre Nostro, che ho ripetuto migliaia di volte, mi è tornata in mente a proposito della Grecia. Devo ammettere che la situazione ha preso una piega che al momento non avevo previsto, ero convinto che conveniva alle parti un accordo temporaneo, e infatti solo temporaneo sarebbe perché le posizioni sono troppo distanti e la situazione non è risolvibile.
Mi spiego, da un punto di vista strettamente aritmetico, avendo la Grecia il 180% di rapporto debito PIL ed essendo acclarato che le ultime cure della Troika hanno diminuito il PIL e quindi peggiorato il rapporto, imporre ulteriori avanzi (entrate-spese) per ripagare il debito non farebbe che peggiorare la situazione, la Grecia quindi non è in grado di ripagare il suo debito.
Come ho già detto se c'è un credito/debito questo è un problema bilaterale, ovvero da entrambe le parti ci sono stati l'assunzione di un onere e di un rischio e quindi le colpe e i problemi vanno risolti da entrambe le parti e, comunque, per il creditore far fallire la controparte non è mai una soluzione. Insomma siamo in un cul de sac.
Per prima cosa bisognerebbe ammettere che l'Europa costruita sull'euro è un grave errore economico, politico, storico. La Grecia è un paese malridotto e mal governato ma gli sono state inflitte delle sofferenze e dei sacrifici inutili, se lo scopo era salvarlo o non piuttosto prendere tempo per salvare le Banche indebitate (a loro colpa!). La mossa di Tzipras, ovviamente, è piuttosto astuta, perché se il referendum passa con il no può uscire dall'euro senza assumersene direttamente le colpe, se vincesse il si non si assumerebbe la colpa di aver adottato delle misure che comunque non risolvono il problema.
Il dato di fatto, che è difficile negare, è che l'Europa non esiste, lo abbiamo visto come è stato affrontato il tema dell'immigrazione. Continuare così può solo aumentare i risentimenti e le pulsioni nazionaliste e populiste più becere. E' la dimostrazione del fallimento totale delle leadership europee, di destra e di sinistra, e che hanno negli ultimi decenni dilapidato quel patrimonio che era stato costruito nel dopoguerra. A questo punto la partita è aperta, gli Stati Uniti non vorrebbero che la Grecia si avvicinasse troppo alle sfere di influenza dell'est (Russia e sopratutto Cina).
Ma cosa vuole l'Europa? Siamo ancora in grado di fornire delle leadership con una visione strategica, che conoscano i rudimenti elementari dell'economia e abbiano a cuore il benessere dei cittadini nel senso più ampio e non solo di qualche classe particolare o di qualche nazione ?