Oggi il libro che presentiamo è: Lo Stato innovatore – Mariana Mazzucato- LATERZA editore
Il
libro, da poco in libreria, è opera di Mariana Mazzucato che insegna economia
dello sviluppo nella Università del Sussex. Il tema, come si capisce dal titolo,
è sul ruolo dello Stato, un ruolo chiave, secondo l’autrice, per lo sviluppo dell’innovazione.
Nella
prima parte del libro analizza e dimostra come, nella generazione delle più
importanti innovazioni tecnologiche del recente passato, lo Stato, in particolare
gli USA, ha giocato un ruolo fondamentale e insostituibile.
Gli esempi non
mancano, si va dai più noti di Internet e GPS, finanziati dalle spese di
ricerca militare e utilizzati a pieno dalla Apple, sino ad arrivare ai farmaci più innovativi finanziati sempre da
programmi pubblici. Questi, ed altri esempi,
dimostrano come non sia vero il mito del mercato motore
dell’innovazione, anzi i tanto osannati venture capital in realtà operano
solo su progetti a breve termine e a
bassa intensità di capitale e, comunque, una volta realizzati i profitti
spesso escono di scena con effetti disastrosi. Quello che serve sono, come li
definisce l’autrice, i “capitali pazienti”che solo lo Stato può fornire con
un ampio orizzonte di investimento, come ad esempio nel settore delle energie
innovative e rinnovabili, dove il tempo per passare dalla innovazione alla
effettiva validità commerciale è molto lungo.
Inoltre spesso gli imprenditori,che usufruiscono di finanziamenti o agevolazioni fiscali dello Stato, realizzano
profitti considerevoli senza riconoscere allo Stato, sotto forma di tasse, i
vantaggi ricevuti. In pratica chi è in grado di assumere realmente i rischi di
progetti a lungo termine che, in buona parte, si risolvono per forza di cose
in fallimenti è lo Stato e i profitti generati dalle iniziative vincenti
dovrebbero essere riconosciuti allo Stato stesso per rialimentare la ricerca di
nuove innovazioni.
Infine l'Autrice, pur non negando la necessità degli investimenti privati e il ruolo importante di figure di imprenditori innovatori come Steve Jobs, afferma che è importante riconoscere che la innovazione è un processo complesso e lungo, cumulativo e incerto, e che richiede una profonda connessione tra Stato e industria e dove, comunque, solo lo Stato può avere una strategia di crescita a lungo termine. Pertanto risulta indispensabile rivedere le istituzioni e i meccanismi di collaborazione tra Stato e privato, per sostenere una crescita che sia non solo “intelligente” ma anche “inclusiva” e “sostenibile”.
Infine l'Autrice, pur non negando la necessità degli investimenti privati e il ruolo importante di figure di imprenditori innovatori come Steve Jobs, afferma che è importante riconoscere che la innovazione è un processo complesso e lungo, cumulativo e incerto, e che richiede una profonda connessione tra Stato e industria e dove, comunque, solo lo Stato può avere una strategia di crescita a lungo termine. Pertanto risulta indispensabile rivedere le istituzioni e i meccanismi di collaborazione tra Stato e privato, per sostenere una crescita che sia non solo “intelligente” ma anche “inclusiva” e “sostenibile”.
Infatti in definitiva per l’autrice:
La competitività futura - e di conseguenza la prosperità socioeconomica - di nazioni e regioni dipende in larga misura dalla capacità di mantenere in funzione il loro bene più prezioso l’ecosistema della innovazione di cui sono parte.
In
conclusione, un libro molto interessante
che modificherà, sicuramente, la vostra visione sull’effettivo ruolo e
importanza dello Stato nell’economia.
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